Carlo Verdone e le moto. Una coppia vincente, nella vita e sul grande schermo. L’attore e regista romano, fresco 70enne, ha da sempre un legame molto forte con le due ruote che lo accompagnano nella vita di tutti i giorni e sono state spesso protagoniste con lui dei suoi film. Come scordarsi della battuta iniziale di Troppo Forte “E che me le chiami motociclette, queste? Aho, questi so’ aeroplani, aho!”?. Una vera e propria dichiarazione d’amore.
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Carlo Verdone, una vita da motociclista (anche sul set): gli scatti
Verdone è un vero appassionato di moto e ha spesso dichiarato la sua lunga militanza in sella alle carenate, iniziata come tutti con un “motorino”, un Italjet Mustang “truccatissimo a cui mettevo la miscela al 5% per fare più fumo”. Poi la Vespa, la Lambretta e finalmente delle vere motociclette. Diversi modelli, alcuni dei quali sono diventati anche protagonisti delle sue storiche pellicole: prima una Bsa, storico Marchio britannico tramontato nel 1972 e che sta per rinascere sotto nuove vesti, poi una Aermacchi 350 (scelta per il rombo del motore, ha confessato lo stesso Verdone) e una Ducati 900 che gli è stata poi rubata. La moto più potente è stata la Yamaha FZ 750, protagonista di “Troppo forte”: “era una moto veloce e impegnativa, bisognava saperla guidare”. Nel 1985 Verdone acquista una Honda 650 Nighthawk e la tiene al suo fianco fino a oggi: “è una moto bella e tranquilla, una moto adatta a un motociclista della mia età”.
Oltre ad accompagnare la sua passione reale per la velocità, le moto sono state anche compagne di tanti film diventati cult del nostro cinema: l’esordio arriva su “Borotalco”, del 1982, con una Honda 650 Custom 4 cilindri. Nel 1986 esce “Troppo forte”, dove la Yamaha FZ 750 4 cilindri 20 valvole è al centro della trama e sfida in una scommessa la Yamaha XT 600 di “Er Murena” con giudice l’indimenticato Mario Brega.
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I “duri” del cinema e le loro moto: gli scatti
Motori, velocità ma anche immagine: le moto con Verdone hanno rubato la scena anche sulle locandine dei film: “Maledetto il giorno in cui ti ho incontrato”, 1992, ritrae il sidecar Bmw R50 – che nel film è sostituito da una Royal Enfield 500 monocilindrica. Anche anni dopo, per la locandina di “Benedetta follia” (penultimo film di Verdone, del 2018) il regista ha messo in primo piano una due ruote; non una qualsiasi, ma proprio la Honda 650 Nighthawk che ha scelto nel 1985. Non si tratta proprio del suo modello ma di una gemella, per non rischiare danni al suo veicolo. Verdone alla moto ci tiene come un vero centauro: come hanno poi svelato i fondatori, Carlo è dal 2009 socio del Moto Club Yesterbike, riservato ai possessori di moto vintage e club riconosciuto in tutta Italia per la sua particolare natura d’epoca.
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