Le mete turistiche più visitate sono lontane, mentre essa si “nasconde” nel cuore profondo della Ciociaria: si tratta di Alatri, conosciuta anche come la “Città dei Ciclopi”. Uno di quei luoghi capaci di rapire il visitatore, catapultandolo in un vorticoso viaggio nel tempo. Un volo attraverso i secoli che, a partire dall’Acropoli della Civita, giunge fino ai giorni nostri con mirabili testimonianze.
La prima fotografia della città, quella destinata ad imprimersi per sempre nella memoria, è rappresentata dalle imponenti mura megalitiche. Secondo un’antica leggenda di epoca romana, a fondare Alatri, fu il misterioso popolo pre-ellenico dei Pelasgi, considerati discendenza diretta del dio Saturno. Di fatto, ancora oggi, rimangono numerosi dubbi sull’esatta datazione delle mura – realizzate attraverso il perfetto incastro di massi dalle dimensioni smisurate – con una forbice ampissima, che va dal X al III secolo a.C. Due le porte di accesso alla Civita: l’imponente Porta Maggiore, o dell’Areopago, sormontata da un unico blocco calcareo dal peso stimato di oltre 25 tonnellate; e sul versante opposto, la più piccola Porta Minore. Sul suo architrave, un bassorilievo mostra tre figure falliche, accompagnate ad una misteriosa iscrizione, elemento ricorrente nella simbologia pagana dei Pelasgi.
Tra riverberi della storia e misteriosi simboli templari, che nei secoli hanno alimentato miti e leggende, Alatri ha però tantissimo altro da raccontare. Lo si capisce attraversando il caratteristico centro storico: il Palazzo Conti Gentili, fontana Pia, il palazzo Gottifredo (che ospita il museo Civico), l’affascinante Santa Maria Maggiore, sorta su un antico tempio dedicato a Venere; la cattedrale di San Paolo, anch’essa edificata sui ruderi di un tempio pagano, la chiesa medievale di San Silvestro con i suoi tesori. E poi ancora, un altro incredibile mistero: quello del “Cristo nel labirinto” nel chiostro del convento di San Francesco, adiacente l’omonima chiesa del XIII secolo. Rinvenuto casualmente in un angusto cunicolo, in seguito ad alcuni lavori di restauro nel 1996, il dipinto raffigura un Cristo Pantocratore all’interno di un labirinto formato da undici spire (il cui percorso è del tutto simile a quello presente sul pavimento della cattedrale di Chartres, in Francia). Il significato e l’origine del dipinto, unico nel suo genere, in parte sono ancora un enigma. E a questo punto, dovrebbe essere chiaro: Alatri è la destinazione perfetta per novelli Indiana Jones.
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