Il Tour de Nice diventa finalmente Tour de France. Nella terza tappa, che saluta la località della Costa Azzurra dopo 3 giorni, si impone Caleb Ewan. Australiano di mamma coreana, al Tour non è una novità essendo alla quarta vittoria di tappa in carriera. Un brevilineo capace di sprigionare potenza esplosiva, ma anche abile nel cercare, quasi creare, spazi impossibili. Nella convulsa volata di Sisteron, il suo è un numero di altissima scuola: sembra tagliato fuori, ma riguadagna il duello più pronosticato – quello con Sam Bennett – passando ad un centimetro dalle transenne per poi bruciare l’irlandese. Per l’Italia, buon terzo posto per Giacomo Nizzolo.
E’ il momento più emozionante di una tappa noiosa. Eppure il percorso è interessante: tre salite di terza categoria, una di quarta, percorso costantemente ondulato, fatta eccezione per la parte finale. Uno di quei giorni che, piazzati nella terza settimana, sarebbero tipici per il fugone di uomini fuori classifica. Stavolta non accade. Troppo pimpanti le squadre dei velocisti per lasciare andare fughe importanti. Troppo importante l’arrivo del giorno che segue, il che consiglia il plotone a metabolizzare i 3000 metri di dislivello – sia pur spalmati su pendenze dolci –senza spendere energie inutili.
Martedì, ne parlano tutti, si arriva infatti a Orciéres-Merlette: salita finale di per sé abbastanza dura, resa però durissima dall’epica inconfondibile del ciclismo. Eddy Merckx infatti vi rimediò una delle rare, ma sonanti, sconfitte della carriera, nel Tour del 1971. Ocana gli rifilò nove minuti, poi la maglia gialla dello sfortunato e tormentato spagnolo (finì i suoi giorni sparandosi una fucilata) evaporò in una drammatica caduta dal Col de Menté. A proposito di salita, uno dei motivi che dà un po’ di pepe alla giornata è la sfida per la maglia a pois della montagna. Due francesi, Perez e Cosnefroy, si rincorrono per una manciata di punti, anche con scatti dispettosi.
Vincerebbe Perez, che però in discesa è vittima di una caduta: frattura della clavicola e Tour tramontato in un istante. Circa Cosnefroy, poco manca che faccia la stessa fine: lui però esce meglio da una caduta nel finale. L’altro francese più nominato in giornata è Jérome Cousin: attacca con gli altri due, poi resta da solo. Al quarto Tour de France della carriera, taglia il km numero 1000 di fuga: niente male, entra nei cuori transalpini, solitamente palpitanti al cospetto del Baroudeur, l’attaccante, il battagliero. Cuori che battono forte anche per la maglia gialla, Julian Alaphilippe: una sensazione sostenuta dai freddi numeri. Il finale della tappa precedente ha raggiunto punte di 6,3 milioni di telespettatori su France Television durante il suo attacco show. Torniamo al finale: aspro, con tratti controvento. Tosto per tutti, anche per i big che almeno fino ai 3 km della neutralizzazione cercano di restare il più davanti possibile per evitare sorprese. Ai -5, ‘solita’ caduta, che costa la rinuncia a velleità di volata a Wout van Aert. Onestamente però, un Ewan del genere era difficilmente attaccabile.
ORDINE D’ARRIVO
1. Caleb Ewan (Aus, Lotto Saudal) in 5h17’42”
2. Sam Bennett (Irl, Deceunink-Quick Step) s.t.
3. Giacomo Nizzolo (Ita, NTT Pro Cycling) s.t.
4. Hugo Hofstetter (Fra) s.t.
5. Peter Sagan (Svk) s.t.
6. Edward Theuns (Bel) s.t.
7. Cees Bol (Ned) s.t.
8. Matteo Trentin (Ita) s.t.
9. Bryan Coquard (Fra) s.t.
10. Niccolò Bonifazio (Ita) s.t.
CLASSIFICA GENERALE
1. Julian Alaphilippe (Fra, Deceuninck-Quick Step) in 13h59’17”
2. Adam Yates (Gbr, Mitchelton-Scott) a 4″
3. Marc Hirschi (Svi, Team Sunweb) a 7″ 4. Tadej Pogacar (Slo) a 17″
5. Davide Formolo (Ita) s.t.
6. Egan Bernal (Col) s.t.
7. Tom Dumoulin (Ned) s.t.
8. Sergio Higuita (Col) s.t.
9. Guillaume Martin (Fra) s.t.
10. Esteban Chaves (Col) s.t.
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