E alla fine Egan Bernal si arrende: ritiro per il campione uscente del Tour alla vigilia della tappa regina, la 17esima, l’unica con due colli sopra i 2000 metri. “Ha molti Tour davanti, è la decisione più saggia” spiega Dave Brailsford, team manager della Ineos. Una decisione del team, traspare dal comunicato. Bernal, 16esimo in classifica generale a oltre 19′ dal leader Roglic, aveva perso oltre 7 minuti sul Grand Colombier e poi, ieri, era arrivato nel gruppo dei velocisti, spiegando di avere “male alla schiena e al ginocchio”. Una caduta al Delfinato, a metà agosto, all’origine di questa clamorosa debacle del colombiano e della intera Ineos, l’ex Sky, che dal 2012 aveva sempre vinto il Tour, a eccezione solo del 2014.
Intervistato alla Tirreno-Adriatico, dove ha chiuso al secondo posto della generale, Geraint Thomas ha detto: “Non avrei accettato di fare il gregario al Tour”. Una frase che manifesta l’inquietudine nel cuore del team, un’incrinatura mai avvertita negli anni del dominio Sky. Thomas farà il Giro, Froome la Vuelta. Poi il kenyano bianco passerà alla Israel Start-Up Nation. Un addio storico dopo mesi di lutti (la morte del ds Nico Portal), di sfortune e di incomprensioni. Sembra davvero la fine di un mondo.
Ciclismo
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