IMOLA – Le basi, almeno nell’immaginario collettivo, per una impresa storica, Filippo Ganna le aveva poste nella cronometro che aveva chiuso la Tirreno-Adriatico, dominata a quasi 57 di media. Una decina di km, ma si era capito che la condizione -una cosa che non si inventa- era nettamente superiore a quella dei rivali più accredidati. Le basi, nella sua mente, le aveva messe lo scorso anno nello Yorkshire, quando su un percorso non particolarmente adatto alle sue caratteristiche, aveva conquistato uno splendido podio. Ganna quelle basi le ha consolidate lungo i 31,5 km non facili del percorso di Imola. E l’Italia del ciclismo per la prima volta si aggiudica una cronometro mondiale: si tratta di una competizione giovanissima per la impolverata storia del ciclismo, che ha visto l’alba solo nel 1994, ma il risultato è comunque da fissare nella memoria.
Medaglia d’oro: ci erano andati vicino Andrea Chiurato proprio nella prima edizione e Adriano Malori nel (2015), ma si erano fermati all’argento. Ad essere pignoli un altro italiano aveva vinto una cronometro per poi indossare la maglia di campione del mondo: Learco Guerra, la leggendaria ‘Locomotiva umana’, nel 1931 al Copenaghen: solo che la prova venne comunque classificata come prova in linea. Non c’è stato un solo metro in cui Ganna ha visto messa in dubbio la propria superiorità: il belga Wout Van Aert, uscito in condizioni strabilianti dal Tour de France e tra i favoritissimi per la prova in linea di domenica prossima, ha conquistato l’argento (staccato di 26”), il campione europeo Stafan Kung ha conquistato il bronzo arrivando a 29”. Quattordicesimo posto per l’altro azzurro in gara, Edoardo Affini, a 1’32”.
“Era un sogno per me, sono molto contento. Ho avuto un grande supporto dalla macchina, ringrazio il mio team e la Nazionale azzurra, la Federazione. Negli ultimi tempi ho cercato di tenere lontana da me la pressione: sono abituato a vincere titoli mondiali su pista, questo voglio festeggiarlo con la mia famiglia”, sono le prime parole del campione del mondo, felice ma con la faccia di uno abituato ai trionfi iridati: la sua scuola infatti è la pista, dove ha conquistato ben quattro titoli mondiali tra il 2016 e quest’anno. Ora missione Giro d’Italia sperando di mettere un’altra maglia in bacheca, visto che si partirà con una cronometro… “Avremo un grande capitano come Thomas, ci sono tre crono ma per saranno soltanto due. In quella di mezzo, se Thomas sarà impegnato in classifica, sarò al 100% per lui. Comunque cerchiamo di far bene prima e di toglierci un altro sassolino..Poi puntiamo a Milano, se ci arriviamo”. Sembra quasi un riferimento a Egan Bernal, preferito a Thomas e Froome, mandato dal Team Ineos al Tour ma capacedi vedere Parigi solo in cartolina.
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