CESENATICO – Piove e tira vento sulle strade care a Marco Pantani, che detestava la pioggia e fu comunque in grado, in una giornata da lupi, di dipingere uno dei suoi principali capolavori al Tour del ’98, strappando la maglia gialla al Kaiser Jan Ullrich con un’azione eroica nata sulle rampe del Galibier. Il Giro d’Italia parte e arriva a Cesenatico in una giornata di autunno purissimo, anomalia di questo strano 2020 che ha rivoluzionato il calendario delle corse e costretto la carovana rosa a un’edizione stravolta e fin qui imprevedibile. In una frazione da quasi 4000 metri di dislivello, gli uomini di classifica si danno battaglia fino a un certo punto: la Ntt di Domenico Pozzovivo conduce le danze a lungo ma finisce solo per scremare il plotoncino, nel quale Joao Almeida mantiene saldamente il simbolo del comando, girando con sprezzo del clima a maniche corte nonostante la bufera. Il vincitore di giornata esce dal drappello dei fuggitivi della prima ora: festeggia la Ineos con Jhonatan Narvaez, bravo e fortunato nell’approfittare del problema tecnico che sulla discesa verso il rientro a Cesenatico ha costretto allo stop l’ucraino Padun. Prima vittoria in un grande giro per il 23enne ecuadoriano, che a inizio settembre si era aggiudicato la Settimana Internazionale Coppi e Bartali vincendo una classifica generale che aveva visto Almeida chiudere al terzo posto.
<< La cronaca della tappa >>
Il gruppo, forse con un pizzico di leggerezza, in avvio lascia partire un plotoncino di tredici corridori, cui si aggiunge strada facendo un quattordicesimo, Carretero. Un manipolo che arriva a superare i 13 minuti di vantaggio e che presenta una tale varietà di soluzioni da rendere impossibile la riapertura della corsa per gli uomini di classifica: sono Bidard, Pellaud, Boaro, Benedetti, Rosskopf, Hansen, Clarke, Torres, Campenaerts, Richeze, Van Empel, Narvaez e Padun. Lecito pensare che l’ucraino possa agire da sponda futura per Pello Bilbao, ma lo sviluppo della corsa dice altro: dopo svariati cambi di padrone, alla fine se ne vanno in due, l’uomo della Bahrain-McLaren e Narvaez, con la Ineos che continua a onorare nel migliore dei modi la corsa rosa nonostante il prematuro addio di Geraint Thomas. Clarke è l’unico a tentare di ricucire ma deve fare i conti con una foratura, tutto lascia immaginare che Padun e Narvaez possano arrivare a braccetto e risolvere la contesa in volata ma un problema alla bici in discesa mette fuori causa l’ucraino, che tenta il disperato rientro nei 20 chilometri finali ma finisce per cedere di schianto dopo aver quasi ripreso l’ecuadoriano, solo e sorridente al traguardo posto in viale Carducci.
Ciclismo
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