Non è la Sanremo di sempre, è stato il Covid a cambiarla, e assieme a lui la rivolta di un pugno di sindaci del savonese che la corsa, l’8 agosto, proprio non l’hanno voluta. Sarà forse (Rcs non esclude che il cambio possa avere un futuro) la prima Milano-Sanremo di una nuova epoca, con meno mare e più collina, più Piemonte e meno Liguria, il Colle di Nava al posto del Turchino, 299 km in tutto, con più dislivello, più incertezza, assai più caldo. Da Classica di San Giuseppe a corsa di agosto, alla cara vecchia Sanremo è capitato di migrare di mesi, ma comunque resta la prima delle Monumento, forse la più bella e, mai come quest’anno, la più attesa. Il ciclismo è tornato a pedalare davvero da una settimana ed ecco subito la corsa più lunga del calendario. “Non mi si addice, ma alle gare italiane io tengo in modo speciale” dice Vincenzo Nibali, vincitore in via Roma due anni fa, ora al via da Milano con la mano sinistra malconcia ma con la gamba frizzante. Nibali è la dimostrazione dell’imprevedibilità della Classicissima: possono vincerla tutti, dai velocisti agli uomini da corse a tappe, e l’anno scorso la vinse Julian Alaphilippe, che è un po’ tutto, velocista da gruppetto, uomo da gare di un giorno e forse anche corridore da Tour. Ciclismo
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