Provate a immaginare una squadra di Nba in cui LeBron James non è il migliore e avrete la misura di cosa stiano diventando queste finali. I Los Angeles Lakers superano i Miami Heat 124-114 portandosi sul 2-0, a due gare dal titolo. E’ stato un potente monologo in cui gli avversari apparivano e sparivano come boe nel mare mosso. Non per volontà di The King, o almeno non per sola volontà sua, ma di Anthony Davis che, dopo i 34 punti di gara1, ne segna 32 in gara 2, per un totale di 66 punti, terzo Lakers di sempre con il maggior numero di punti nelle prime due partite di finale, dopo gli 83 di Shaquille O’Neal nel 2000 e i 71 di Kareem Abdul-Jabbar nell’80.
Per tre-quarti di partita Davis viaggia a una media straordinaria: 14 su 15 conclusioni, poi sporca la media nel finale, chiudendo con 15 su 20, 1-1 su da tre e 14 rimbalzi. Con lui, naturalmente, LeBron, che ne mette dentro 33, ma soprattutto nel finale, a gara chiusa. Terzo marcatore, Rajon Rondo con 16 punti e 10 assist. Se la partita è rimasta tale fino all’ultimo è stato grazie al cuore di Miami, pronta a risalire la corrente grazie alla sfrontatezza di Tyler Herro (17 punti) e Kendrick Nunn (13), la leadership di Jimmy Butler (25 punti e 13 assist) e il coraggio sotto i tabelloni di Kelly Olynyk (24). Ma per la seconda volta di fila, la sfida non è mai parsa incerta.
LeBron James
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