Ludovica Giannetti e la sua “Bomba”: da piccola tifosa di Sora a studentessa in trasferta a Milano

Foto Argos Volley Sora

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C’era una volta a Sora la “Bomba”, a sganciarla era Ludovica Giannetti e a innescarla la Globo Banca Popolare del Frusinate con le sue fantastiche vittorie. A fine gara, in campo, tutti gli atleti in cerchio e la piccola bimba mascotte della squadra, al centro. Ludovica lanciava la palla più in alto che poteva, e appena toccava terra… tutti giù per terra.

Ai tempi della Serie B2, B1 e parte della A2, si festeggiava così qualsiasi punto si intascasse. In casa, in trasferta anche sui campi più ostici e infuocati, Ludovica era sempre presente e pronta per tirare la bomba.

Ora la bambina delle “vittorie” è cresciuta, è diventata una donna caparbia che sa il fatto suo e persegue gli obiettivi che si pone lanciando sempre più in alto quel pallone. E sì, perché il vizio di sganciare le bombe non lo ha perso, anzi, stupisce sempre tutti con effetti speciali.

Il suo più grande sogno era ed è quello di studiare medicina e diventare un chirurgo, papà Gino e mamma MariaTeresa erano orgogliosi delle sue ambizioni che però vedevano ancora lontane e con un beneficio di dubbio in quanto la sedicenne Ludovica doveva ancora terminare il terzo anno del liceo e ragionare sulle scelte di vita future, ma non avevano fatto i conti con la sua determinazione. L’adolescente infatti, aveva ideato un piano molto più grande di lei, quello che l’avrebbe portata a fare il test di ammissione alla facoltà di medicina al San Raffaele di Milano. Nulla l’ha preoccupata, la sua giovane età, i due anni pieni che mancavano ancora al diploma, il livello B2 di lingua inglese da prendere, le ore dell’alternanza scuola-lavoro da fare, le competenze in fisica, chimica, anatomia, matematica ancora da raggiungere, per non parlare delle migliaia di persone che ogni anno tentano di entrare nell’ambita facoltà del prestigioso istituto.

Fatto sta che, non appena iniziato il quarto anno del liceo, Ludovica contestualmente si è messa da sola a studiare per acquisire tutte le competenze necessarie richieste, a lavorare sodo per adempiere a tutti i suoi doveri, e lo scorso aprile si è fatta accompagnare da mamma e papà a Milano per svolgere i test. E il problema più grande è stato che ce l’ha fatta! Ha superato brillantemente tutte le prove staccando il biglietto per il treno che corre verso i suoi sogni.

Ma Ludovica frequenta la quarta liceo e per immatricolarsi all’università ha bisogno del diploma. Così, a metà maggio, quando sono stati resi pubblici i risultati dei test di ammissione, la ragazza ha dovuto ricaricare le sue armi con tantissima polvere da sparo perché il botto doveva essere ancora una volta deflagrante: in meno di un mese avrebbe dovuto studiare tutto il programma del quinto anno e preparare, non un esame, ma l’esame per eccellenza, quello che chiunque ricorda come il più difficile, soprattutto emotivamente, della propria vita, quello di maturità. Ma la cucciolotta di casa Giannetti, che non aveva mai ritirato le unghie, se l’è affinate e come un uragano ha travolto anche chi, come la sua famiglia, ha temuto l’estremità del carico.

Con i suoi 4 anni di liceo conclusi con una media altissima in pagella, ha potuto chiedere “l’abbreviazione per Merito” (e non fare due anni in uno) e dunque sostenere direttamente gli esami di stato aggregandosi alle normali classi quinte.

Così la diciassettenne, con in tasca il diploma, l’immatricolazione alla facoltà di medicina, e tutti i suoi sogni, in questi giorni sta preparando armi e bagagli per trasferirsi a Milano e iniziare una nuova, bellissima e sicuramente sudata e guadagnata, pagina della sua vita.

Papà Gino, mamma MariaTeresa, il fratello maggiore Luca, come anche i nonni Vittorio e Lidia, sono orgogliosissimi della loro “bambina” e preoccupati allo stesso tempo di saperla da sola, lontana, e con tante esperienze ancora da vivere per fortificarla. Ma la bambina della bomba è cresciuta, è diventata una donna caparbia che sa il fatto suo e persegue gli obiettivi che si pone lanciando sempre più in alto quel pallone. E sì, perché il vizio di sganciare le bombe non se lo toglierà mai, continuerà a stupirci sempre con effetti speciali.


Fonte: http://www.volleynews.it/feed/

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