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“” parla di Italia umiliata, sui social si sono scatenati migliaia di fanta-allenatori criticando a mani basse e scendendo di corsa da quel carro del vincitore su cui tutti erano saliti dopo la qualificazione olimpica di agosto… La pesante sconfitta nei quarti degli Europei contro la Francia ha lasciato strascichi non sempre piacevoli. Parliamoci chiaro,è evidente a tutti che abbiamo bucato la partita chiave così come ai Mondiali, ma da qua a sparare ad alzo zero contro i nostri ragazzi ce ne passa.
Sono tanti gli aspetti che vanno valutati e considerati, senza cercare alibi in condizioni fisiche precarie e problemi vari: quando si perde bisogna analizzare a fondo i dati e l’accaduto senza timore, bisogna avere il coraggio di scoperchiare tutte le pentole e risolvere i problemi uno alla volta.
Che Ivan Zaytsev abbia disputato probabilmente la sua peggior partita in attacco chiudendo con il 7% è palese, eppure, anche in una giornata storta e stregata, ha sempre avuto un atteggiamento positivo in campo,ha trovato difese importanti e anche quando si è trovato in posto 4 ha continuato a pensare alla palla successiva e non all’errore compiuto. Ecco, in un momento in cui sembra crollare tutto, raccogliamo i cocci, non disperdiamoli e usiamo l’esperienza per ricostruire almeno nel breve, visto che da dopo Tokyo 2020 si dovrà passare per un rinnovamento che spaventa molto ma è necessario.
Guardiamo ai francesi,che dopo gli Europei 2015 hanno vissuto 3 anni orribili prima di ritrovare compattezza; a come sono riusciti a ripartire, a crescere a muro, a diventare degli aspirapolvere in difesa. Solo imparando dai nostri errori e studiando i pregi degli avversari potremo ripartire a testa alta, per non essere solo comparse al torneo olimpico!
Dopo questa premessa, veniamo alle note dolenti: ad una squadra che ha attaccato con il 30%, improponibile a livello internazionale. Ad una squadra che in battuta non è mai riuscita a mettere pressione agli avversari e che in ricezione è naufragata sotto i colpi dei francesi con 11 ace subiti in tre set. E, ironia della sorte, il migliore è stato forse lo Zar quando è stato spostato in posto 4, mentre al suo fianco Juantorena, a mezzo servizio con la schiena bloccata, è diventato un facile bersaglio.
Ma proprio sui nostri due bomber di razza voglio soffermarmi, perché se è indubbio che sono stati al di sotto dei limiti, è anche vero che hanno messo anima e corpo anche se più ci provavano e più venivano risucchiati dalle sabbie mobili di una partita che a fine secondo set poteva anche essere riaperta. Ma in quel momento anche Giannelli è mancato, con tre alzate (soprattutto quella a Nelli) veloci ma senza parabola che sono morte un po troppo presto e hanno consentito alla Francia di recuperare e darci il colpo del ko. Inutile negarlo, abbiamo un grosso problema in 4, dove al momento le alternative mancano: Lanza è in un momento di poca fiducia e Antonov, pur avendo anche picchi di gioco interessanti, ha bisogno di un cambio affidabile dietro.
Anche al centro siamo in difficoltà: sicuramente non è la palla preferita dal nostro palleggiatore, ma spesso attacchiamo muro a 0 perche i centrali avversari neanche ci guardano e non mettiamo giù palla. Ho in mente Anzani contro la Turchia: ecco, quello deve essere il nostro target, l’obiettivo da raggiungere con continuità per impensierire e condizionare il muro avversario. A proposito di muro, anche ieri ne abbiamo messi a segno tanti, ma la sensazione è che viviamo più di sprazzi individuali che di un gioco collettivo e soprattutto dopo il 20 non muriamo più.
Che dire, pensare al podio di Tokyo 2020 ora sembra pura e mera utopia… Ma un anno è lungo e tante cose possono cambiare. Io personalmente ho molto ammirato lo Zaytsev di Perugia schiacciatore in banda, e nonostante tutto sono rimasto colpito dal suo atteggiamento difensivo e in ricezione contro la Francia. Che dire; se Nelli quest’anno, sotto le mani di Gardini, compie un salto qualitativo importante dopo una estate azzurra comunque positiva, potremmo tentare il tutto per tutto a Tokyo con Ivan di banda e la consapevolezza di dover resettare tutto e ripartire da zero l’anno successivo. Questo snodo però non deve farci paura, ma essere l’anno zero di una nuova avventura per riportarci nell’Olimpo del Volley, da dove manchiamo da troppo tempo.
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