Riproponiamo un articolo scritto per Live Tennis da Alessandro Nizegorodcew apparso sul sito il 17 Luglio del 2015.
Roma, anno 2007, Circolo Magistrati Corte dei Conti. “Vieni qui, ti faccio giocare con Matteo…” – esclama Stefano Vannini, maestro del circolo capitolino. “Arrivo” – rispondo attraversando un paio di campi per raggiungere un ragazzino alto e magro pronto a dall’altra parte della rete. Iniziamo con una serie di esercitazioni: lui attacca e io devo giocare il passante (trovando qualche diritto strettino mancino notevole… ogni tanto è bello pavoneggiarsi sul passato, visto che il presente non regala grandi gioie sportive). Giochiamo anche un set, che vinco 6-1. Ma quel ragazzino mi colpisce, il suo diritto è splendido e, nonostante la giovanissima età, la palla esce benissimo dalle corde.
In quegli anni ho giocato spesso con Matteo Berrettini e, nel giro di pochissimi mesi, siamo passati inevitabilmente dal 6-1 al 7-5 per poi tornare al 6-1, questa volta per lui però… La serietà che Matteo ha sempre dimostrato negli allenamenti, la maturità palesata e, ovviamente, il suo tennis, mi hanno sempre fatto pensare che sarebbe diventato un signor giocatore. Qualche infortunio di troppo lo ha rallentato nella sua crescita, ma grinta e determinazione lo hanno portato nel tennis professionistico a grandi passi.
Classe 1996, cresciuto con Raoul Pientrangeli e oggi seguito al Circolo Canottieri Aniene da Vincenzo Santopoadre, Berrettini è un tennista completo che ama eseguire lo schema servizio-diritto senza peraltro essere carente dalla parte del rovescio. Come si suol dire in gergo “sa stare in campo” e, soprattutto, ama il tennis. Vederlo in allenamento al Foro Italico con Roger Federer è stato emozionante, per lui ovviamente, ma anche per chi l’ha visto crescere come me. Quest’anno ha saputo compiere un grande salto di qualità, che in poche settimane lo ha portato sino al numero 773 Atp. L’exploit che lo ha fatto conoscere è giunto al challenger del Garden (Roma), durante il quale ha superato le qualificazioni e, al primo turno del main draw, l’ostico ceco Jan Mertl. In Serie A difende i colori dell’Aniene, per cui ha portato a casa spesso e volentieri punti molto pesanti.
Il tempo ci dirà se Berrettini saprà ritagliarsi un posto nel tennis che conta ma, per ora, le indicazioni che arrivano da Santopadre (e anche dai tecnici federali che lo hanno seguito e supervisionato) sono più che positive. “Questo è buono davvero” – mi sono sentito ripetere più volte dagli addetti ai lavori. “Lo so bene” – ho sempre risposto ripensato a quel 2007 e ai tanti allenamenti svolti insieme a Matteo. Si, perché Berrettini è buono davvero. E senza la luce dei riflettori, come dimostrato da Matteo Donati, è più facile arrivare…
Alessandro Nizegorodcew
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