Il Dieselgate è lo scandalo relativo alle emissioni e alla scoperta della falsificazione di queste ultime sulle vetture Volkswagen vendute sia in Europa che negli Stati Uniti e proprio per questo motivo, tre dirigenti del Marchio sono stati citati in giudizio per manipolazione del mercato. Secondo quanto riportato dalla procura di Brunswick, nella Bassa Sassonia, Herbert Diess, Hans Dieter Potsch e Martin Winterkorn avrebbero informato gli investitori di Volkswagen “deliberatamente troppo tardi” sui rischi del Dieselgate.
I tre nomi finiti sotto accusa sono Herbert Diess, Ceo del Marchio tedesco, il presidente del Consiglio di sorveglianza Hans Dieter Potsch e l’ex presidente del cda Martin Winterkorn. L’accusa è quella di non aver diffuso, o di averlo fatto troppo tardi, le informazioni relative ai “rilevanti obblighi di pagamento del gruppo, nell’ordine di miliardi, risultanti dalla scoperta del cosiddetto “scandalo-diesel“, in modo tale da “influenzare illecitamente le quotazioni in Borsa dell’azienda”.
Nelle 636 pagine dell’atto di accusa, si legge come Winterkorn fosse a conoscenza del caso “al più tardi” dal maggio del 2015. Poetsch, invece, avrebbe conosciuto le dinamiche a fine giugno dello stesso anno e Diess un mese più tardi. Dunque, secondo l’accusa, i vertici del gruppo Volkswagen ne erano al corrente da quattro mesi o al minimo da 30 giorni prima rispetto alla pubblicazione della “Notice of violation” da parte dell’autorità statunitensi, avvenuta il 18 settembre 2015.
Il tribunale dovrà esaminare e autorizzare l’atto di accusa, dopodiché fisserà la data dell’udienza. Le accuse, intanto, sono state respinte dalla società: “La società – scrive Hiltrud Dorothea Werner, componente del consiglio di gestione e responsabile dell’ “integrità e degli affari legali” di Volkswagen – ha meticolosamente indagato su questo tema con l’aiuto di esperti legali interni ed esterni per almeno quattro anni. Il risultato è chiaro: Le accuse sono senza fondamento”. Inoltre aggiunge: “Se ci sarà un processo, siamo fiduciosi che venga provato che le accuse sono infondate”.
I membri del Cda delle società quotate, secondo la legge, sono tenuti ad annunciare pubblicamente eventi sensibili ai prezzi non appena ne vengono a conoscenza e per questo andrebbero predisposti dei “comunicati ad-hoc”. In questo modo i proprietari delle azioni possono essere messi nelle condizioni di poter adeguare il loro comportamento di acquisto o di vendita.
Nel giugno 2018 la stessa procura di Braunschweig aveva inflitto al gruppo una multa da un miliardo di euro. Tuttavia la somma era destinata a uscire dalla porta per rientrare dalla finestra: il conto da pagare era da versare nelle casse del Land della Bassa Sassonia, che è anche il secondo azionista di Volkswagen ed ha un posto nel Consiglio di Sorveglianza dell’azienda.
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