Domenica 19 maggio potrebbe diventare effettivo il provvedimento di chiusura del Traforo del Gran Sasso, la galleria di 10 km sull’autostrada A24 Roma-L’Aquila che rappresenta un’arteria di collegamento fondamentale nell’Italia centrale.
Istituzioni locali, imprese, associazioni di categoria, cittadini si stanno mobilitando in massa per evitare l’attuazione del provvedimento che scaturisce dall’inchiesta giudiziaria sull’inquinamento delle falde acquifere che l’ente gestore, Strada dei Parchi e l‘Istituto di Fisica Nucleare che ha sede proprio nel tunnel. Di fatto, Sdp ha disposto la chiusura del Traforo per evitare la reiterazione del reato in vista del processo che si aprirà il prossimo 13 settembre.
Le conseguenze per la circolazione stradale in caso di chiusura del Traforo del Gran Sasso potrebbero essere di notevole impatto per tutta l’Italia centrale. L’Abruzzo rischia di restare isolato con la viabilità che verrebbe deviata sulle strade statali sia in direzione di Teramo che di Roma, percorsi inadatti a ricevere il flusso di un gran numero di veicoli, specie dei mezzi pesanti.
Particolarmente coinvolta, in tal senso, sarebbe la Strada Statale 80 del Gran Sasso che attraversa i comuni del comprensorio dei monti della Laga nelle province di L’Aquila e Teramo. Notevoli anche le possibili ripercussioni, in vista dell’estate, per le località abruzzesi di mare e montagna, mete turistiche privilegiate nell’Italia centrale. Per raggiungere quest’ultime, infatti, sarebbe necessario ripiegare, oltreché sulla citata viabilità ordinaria, anche sulle Autostrade A14 e A25 con una notevole aggiunta di chilometri da percorrere.
Mentre le istituzioni locali e i cittadini abruzzesi si mobilitano utilizzando anche i social network come strumento di protesta, il Ministero dei Trasporti e Strada dei Parchi sono al lavoro per cercare una soluzione che possa evitare la chiusura del tratto autostradale. Il Mit e Sdp, da mesi, discutono sul dossier A24 con la concessionaria che chiede lo sblocco dei fondi per le opere di manutenzione e il ministro Toninelli che critica la situazione di presunto pericolo di ponti e viadotti, minacciando anche la revoca della concessione.
In questi giorni, a Roma, le parti si sono incontrate per abbozzare un piano di intervento immediato. L’ipotesi è quella di nominare un Commissario che sovrintenda all’affidamento e all’esecuzione dei lavori di messa in sicurezza del sistema di falde acquifere, per i quali potrebbero essere reperite risorse grazie al decreto Sblocca Cantieri. Al contempo, il Ministero, starebbe lavorando a un ulteriore intervento per sanare le responsabilità di Sdp inerente la gestione del tratto autostradale coinvolto nella possibile chiusura.
Mercoledì, intanto, è prevista una manifestezioni di sindaci, autorità regionali e cittadini dinanzi a Montecitorio per spronare ulteriormente gli enti coinvolti a evitare un provvedimento che potrebbe arrecare danni definiti incalcolabili all’economia e all’immagine dell’Abruzzo.
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