Il banco di prova era il Nurburgring per la Tesla: Model S ha girato in pista con un assesto pensato appositamente e ha fatto registrare, come tempo più veloce, quello di 7 minuti e 20 secondi. Si tratta di un passo intermedio, non il massimo che si possa fare, ma lo sguardo è già ai miglioramenti. Tra le specifiche trapelate dei due esemplari impiegati la scorsa settimana sulla Nordschleife, si mettono insieme diversi particolari non esattamente da modello di serie, da “chiavi in mano” col quale guidare nella quotidianità.
Capita nel caso del giro veloce di Tesla Model S come per moltissimi altri tentativi di misurare la performance sul circuito più completo al mondo. Un numero che sia quasi un “bollino di qualità”, della serie, se eccelli al Nurburgring sei il non plus ultra. Un racconto con tratti di verità per alcune tipologie di vetture, che fanno della massima prestazione la ragione d’essere, per altre un buon “diploma” da sfruttare sul piano commerciale.
L’architettura con tre motogeneratori rientra nelle specifiche che saranno della Model S Plaid, promessa da Elon Musk in produzione nel 2021. Decisamente meno “stradale” è la configurazione degli interni, indicati da osservatori a bordo pista sventrati dei sedili, eccezion fatta per quello del pilota.
Tesla che, via Twitter, insieme all’annuncio dei riferimenti ottenuti dai test lancia un tempo-obiettivo: 7’05”. A ottobre il tentativo di trasformare una simulazione in realtà. Poi, sarà chiusura invernale per l’impianto tedesco.
Per dare una misura del target posto da Tesla, si tratterebbe di un tempo di circa 1” al chilometro più lento della Aventador SVJ, attuale detentrice del primato per auto stradali, in 6’44”97.
Tra i dati rivelati dal marchio statunitense relativamente ai test condotti al Nurburgring, il dettaglio della potenza erogata dai motogeneratori, con un picco di 680 cavalli, e quello dell’accelerazione longitudinale – dato massimo di 0,9g.
Molto più interessante sarebbe stato leggere i dati di accelerazione trasversale, l’aspetto maggiormente influenzato dagli interventi di alleggerimento e incremento di aderenza e grip ricercato attraverso l’aerodinamica modificata al posteriore, le carreggiate allargate, le gomme prototipo GoodYear e l’assetto ribassato.
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