Quante auto possono vantare di essere state create per volere della Regina d’Inghilterra? Può darsi siano solo dicerie, ma la monarca pare proprio aver richiesto due modelli specifici per aiutare gli inglesi, al tempo della prima crisi energetica del dopoguerra. Nascono così, 26 agosto 1959, la Morris Mini-Minor e la Austin Seven (a cui seguirono in breve tempo anche Estate e Van) presentati dalla British Motor Company. Sono passati 60 anni e ancora oggi MINI mantiene le stesse caratteristiche: semplicità e lusso.
La Mini colpì immediatamente tutti, dalla gente comune ai divi del cinema, dai guidatori di tutti i giorni ai piloti professionisti. Una rivoluzione nel mercato delle auto che va a braccetto con la musica dei Beatles e dei Rolling Stones e con la nuova moda delle gonne corte. Cambiò così il costume, lo stile di vita e l’etica non solo dei paesi oltremanica, ma di tutto il mondo. Ovunque fu Mini mania e chiunque avesse la possibilità di farlo, subito corse a personalizzare la propria vettura. Il successo della macchina disegnata da Sir Alec Issigonis divenne planetario nel 1963, quando Peter Sellers ne acquistò una, realizzata dal carroziere Harold Radford, con decorazioni “paglia di Vienna” sulle fiancate per il compleanno della moglie Britt Ekland. A seguire celebrità del calibro di Ringo Starr e di Steve McQueen allestirono la propria Mini personalizzata.
Indimenticabile, per tutti gli appassionati di motorsport, il Rally di Monte Carlo del 1966, quando sul podio salirono tre Mini, ma vennero tutte squalificate dagli organizzatori francesi a causa di presunte irregolarità riguardanti i nuovi fari allo iodio che utilizzavano. La stampa sportiva gridò allo scandalo: le acque si calmarono solo l’anno seguente, quando Rauno Aaltonen vinse sullo stesso circuito con la Cooper S.
La fama e il successo accompagnarono la Mini anche negli anni ’70 e ’80, ma piano piano, con l’arrivo della tecnologia, della velocità e degli eccessi, iniziò il declino. Mini si congedò dal grande pubblico il 5 ottobre del 2000 con due versioni speciali: Knightsbridge e Cooper Sport Pack. Sembrava che il sogno finisse con la n° 5.387.862, l’ultima vettura prodotta, ma al Mondial de l’Automobile di Parigi, pochi giorni prima, venne presentato un nuovo modello di Mini. Una nuova Cooper che avrebbe conquistato ancora una volta il mondo. Questa volta, però, sotto il vigile occhio della BMW, che acquistò la Mini. Da Mini si passò a MINI: semplicemente più grande, più performante e con più varianti, ma che mantiene il solito fascino e allo stesso tempo guarda al futuro. Infatti, nel 2020, sarà elettrica. Questa, però, è tutta un’altra storia.
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