Il record mondiale sui 10 km lanciati compie 90 anni. A realizzarlo, Mario Umberto “Baconìn” Borzacchini, alla guida della prodigiosa Maserati Tipo V4.
Era il 28 settembre 1929. Borzacchini, il pilota che “non aveva tempo di avere paura”, si presentò con la alla “Giornata dei record”, una corsa-evento precedente alla gara ufficiale del Circuito di Cremona. La vettura aveva esordito due settimane prima, a Monza, guidata da Alfieri Maserati, che la condusse in sesta posizione.
La corsa “dei record” era la cosiddetta 10 km con partenza lanciata, lungo la provinciale n.10-Padania Inferiore. Partenza da Cremona in direzione est-nord-est, con i 10 km che partivano dal paesino di Gadesco Pieve Delmona e si concludevano a Sant’Antonio d’Anniata, piccola frazione di Pessina Cremonese. Per il lancio e l’arresto, i piloti avevano 3 km di margine, senza dimenticare i 17 km di rettilineo presenti nel tragitto.
Il percorso doveva essere compiuto due volte, una per ogni senso di marcia: la media dei due tempi sarebbe stata valida per registrare il record.
Borzacchini, che se non fosse stato per Nuvolari avrebbe vinto molto di più di quanto non avesse già fatto nella sua carriera automobilistica, percorse il primo tratto in 247,933 km/h e il secondo in 244,233 km/h: media totale di 246,069 km/h. Record mondiale per le auto con cilindrata da 3000 a 5000 cc.
E polverizzato il precedente primato, stabilito due anni prima da Ernest Eldridge a Monthléry, in Francia, con 225,776 km/h.
A prendersi la gloria, insieme a “Baconìn” Borzacchini, la Maserati Tipo V4. Una macchina, per l’epoca, potentissima. Montava infatti due motori Tipo 26B posti fianco a fianco, totale di 16 cilindri, 8 per due file, ognuno di essi con una propria accensione, carburatore con compressore e albero motore. Queste caratteristiche, unite alla cilindrata di quasi 4000 cc, erogavano una potenza che andava dai 280 ai 305 CV, per una velocità massima di 260 km/h.
Le prestazioni eccellenti dell’auto erano compensate da un telaio rigidissimo, fatto di longheroni in acciaio, che portavano il peso complessivo della macchina a oltre 1000 kg.
Poco male, perché fu record del mondo. E alla fine, tutti a festeggiare a Bologna, con una cena offerta dall’Automobile Club felsineo. Presenti tanti piloti, compreso un giovane Enzo Ferrari. Non è ancora conosciuto come Drake e non ha ancora coniato un Cavallino Rampante. Fatto sta che il pilota modenese approfittò di quel convivio per parlare con due imprenditori della zona, Alfredo Caniato e Mario Tadini. “Sapete, avrei in mente di creare una scuderia…”. Il resto è storia.
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