Frenare di scatto o all’improvviso, o in situazioni di emergenza, può provocare nella nostra auto l’effetto di sovra(sotto)sterzo. In pratica, dei testacoda. Cos’è che impedisce tutto ciò? Il sistema anti bloccaggio delle ruote, l’ABS.
Non serve spiegare il suo funzionamento o come agisce sulle nostre vetture, lo sappiamo già. Dobbiamo però saperne riconoscere l’utilità e l’importanza. E lo facciamo ricordando come tutto nacque. Con un’idea che “compie” 50 anni.
Il progetto di impedire il bloccaggio delle ruote in caso di frenata risale già agli anni Venti e al francese Gabriel Voisin, che introdusse un sistema misto meccanico-idraulico per gli aeroplani.
Le automobili cominciarono a essere coinvolte a partire dai primi anni ’60. Si parla di alcuni test effettuati su auto di serie, perlopiù Jaguar. La prima a sperimentare fu Bosch, già nel ’65. Poi, nel 1969, la ITT-Teves (che oggi è inglobata in Continental) presentò a Francoforte il primo sistema anti-bloccaggio di sempre, il cosiddetto MK I.
Il sistema antibloccaggio della ITT-Teves (ABS è il semplice acronimo del tedesco “Antiblockiersystem”) non è ancora quello moderno, ma ottiene successo, tanto da essere messo “in prova” dalla polizia svedese, che lo testa su 36 auto della sua flotta.
E proprio in Svezia avviene un nuovo importante step, perché nel 1974 è Volvo a produrre e a lanciare sul mercato l’ABS moderno. Ma nel 1978 Bosch sublima tutti gli studi iniziati nel 1965 e realizza un ABS innovativo, dalle prestazioni così come le conosciamo oggi, montandolo su una Mercedes 450.
La produzione in serie dell’ABS Bosch prese il via nel 1981, tre anni dopo arriva sul mercato italiano: la Lancia Thema fu la prima vettura del nostro Paese ad adottarlo.
Passo in avanti importante anche nel 1995. Già sei anni prima, gli ingegneri ITT-Teves/Continental avevano introdotto per la prima volta un sistema elettronico di distribuzione della forza frenante, eliminando la necessità della componente meccanico-idraulica. Ma a metà degli anni Novanta venne lanciato MK 20, che presentò due modifiche sostanziali: l’integrazione con il controllo elettronico della stabilità, il cosiddetto ESC, e un nuovo design, rimasto invariato ancora oggi in tutto il mondo: motore nella parte superiore, elettronica nella zona inferiore e blocco valvole nel mezzo.
Negli anni, il sistema ABS ha cominciato a diminuire pesi e costi di produzione, iniziando a essere inserito anche nelle auto più piccole ed economiche, fino alle moto e agli scooter. Nel 2004 è diventato obbligatorio per tutte le auto, portando a termine le idee e gli esperimenti iniziati cinquant’anni prima.
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