Non in pista, di certo, ma sul mercato sì. Fiat contro i marchi da supercar come Porsche o Ferrari. Una sfida possibile, in un determinato periodo storico come i primi anni Novanta. A Torino puntavano su un fattore non indifferente: la possibilità di acquistare una macchina sportiva senza spendere chissà quali cifre. E puntavano su una vettura in particolare, divenuta icona di quegli anni: Fiat Coupé.
Fiat Coupé, quindi. Nasce nel 1994 negli stabilimenti Pininfarina, che con il suo consueto stile ne cura gli interni. Il progetto è a cura di Chris Bangle, l’unico realizzato dal designer dell’Ohio per Fiat. Bangle che ancora non è diventato quel Bangle, capace di rivoluzionare per sempre i canoni stilistici BMW con le discusse Serie 5 E60/61 e Serie 7.
La base è il classico pianale VSS conosciuto come Tipo 2, quello presente su modelli stradali come Tipo e Bravo. Solo che a differenza delle due berline, Coupé avrebbe dovuto montare motori più potenti. Ecco che quindi viene rinnovato il telaio, più rigido e resistente, così come le sospensioni rinforzate.
A stupire è il design della vettura, un mix di proporzione e intraprendenza. Il frontale, oltre ai vistosi fari carenati, vede l’unione di cofano e parafango, soluzione tra le più inedite nel settore, che prima colpisce il guidatore, e poi gli consente di accedere alla motorizzazione in maniera più semplice. Spostandosi lungo la fiancata, non si può non notare il segno di maggior personalità della Coupé, ovvero i tagli sul passaruota, abili a richiamare proprio le linee del frontale. Ennesimo elemento sportivo, inoltre, sono i fari incassati della coda. Gli interni, curati ed eleganti, creano un abitacolo abbastanza spazioso, nonostante si stia parlando di una macchina lunga solo poco più di 4 metri.
Quando viene lanciata sul mercato italiano ed internazionale nel 1994, la Coupé viene proposta in due diverse motorizzazioni: motore aspirato da 139 CV o turbo da 190, quest’ultimo lo stesso della veloce e potente Lancia Delta. E le prestazioni ne risentono. Il propulsore turbo infatti permette alla Fiat di performare lo 0-100 in 7,5 secondi con velocità massima (dichiarata) di 225 km/h.
Il motore sovralimentato raggiunge tali prestazioni anche grazie a un fattore particolare. La Coupé infatti è una delle rarissime vetture a trazione anteriore ad avere un differenziale autobloccante, un Ferguson a giunto viscoso denominato Viscodrive, efficace ad aumentare il piacere di guida e a gestire accelerazioni, frenate ed eventuali perdite di aderenza.
Le vendite registrano numeri eccezionali sin da subito, tanto da indurre la Fiat, nel 1996, a rinnovare la motorizzazione. Nel giugno ’96 viene montato il 4 cilindri 1.8 presente sulla Barchetta, ma già ad ottobre viene commercializzato un 5 cilindri più potente, capace di erogare 147 CV nella versione aspirata e 220 nel turbo.
Il 1998 è l’anno della versione 20V Turbo Limited Edition. A fare la differenza è il 5 cilindri a 20 valvole, potente ma non complicato da gestire, grazie anche alla qualità del nuovo impianto frenante marchiato Brembo. La velocità massima dichiarata adesso è di 250 km/h: una cifra vicina alle prestazioni di supercar nate nello stesso arco temporale, come Ferrari e Porsche. Solo che Fiat Coupé costa praticamente la metà, e forse qualcosa in meno. E anche se certamente non è un modello adatto alla pista come le sue colleghe più famose, in strada si fa notare eccome.
Cresce il rammarico per non aver potuto godere di una gamma più completa nel corso degli anni a seguire. Le uniche altre due versioni prodotte rimangono la 20V Turbo Plus e il 20V Turbo M.y. ‘99 (1999), che rinnovano alcuni concetti della Limited Edition. Nel 2000 la produzione si arresta, con più di 70mila unità vendute in 6 anni. Fiat Coupé genera amore e nostalgia a distanza di 25 anni. Purtroppo, Fiat non ha mai generato un erede di carrozzeria che ci potesse far rivivere tali emozioni.
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