Ferrari F1: le dieci “notizie bomba” della storia della Scuderia di Maranello


L’annata 2019 è cominciata, per quanto riguarda la Formula Uno, con una vera e propria notizia bomba (bombshell in inglese) riguardante la Ferrari. L’allontanamento di Maurizio Arrivabene, infatti, a favore di Mattia Binotto è stato sicuramente uno shock importante per il Circus. Ma la Ferrari non è certo nuova a questo tipo di eventi nella sua storia da corsa. Piloti, direttori sportivi e top manager spesso sono stati sostituiti o licenziati con grande clamore dal Cavallino Rampante; il sito ufficiale della F.1 ha ripescato dieci di queste “bombe”, e le ha analizzate.

Prost licenziato per aver definito la Ferrari un “camion”

Dopo aver vinto il Titolo nel 1989 con McLaren, Alain Prost decide di trasferirsi in Ferrari per l’anno successivo, stanco delle continue lotte interne con la sua nemesi, Ayrton Senna. Proprio il brasiliano vincerà il campionato ’90, speronando il francese in partenza a Suzuka. Le aspettative per la stagione 1991 sono altissime, dopo le cinque vittorie della stagione precedente, ma vengono tradite da una vettura non certo all’altezza dei top. I primi screzi tra pilota e team si hanno al GP di Spagna, dove Prost vorrebbe partire con le slick, ma la squadra gli monta lo stesso le gomme da bagnato. “Se avessi avuto le gomme da asciutto- dirà il francese- avrei potuto vincere”. Ma l’epilogo della sua avventura rossa si consuma in Giappone, dove, in un’intervista, il francese definisce la sua 643 terribile da guidare, “come un camion”. Mai insultare la Ferrari se sei un suo pilota: Prost viene licenziato in tronco, al suo posto in Australia, per l’ultimo GP della stagione, correrà Gianni Morbidelli, direttamente dalla Minardi.

Lauda lascia dopo aver vinto il Mondiale ‘77

Niki Lauda non ha mai avuto un carattere facile. Già dagli inizi in Ferrari, non ha mai rinunciato a far sentire la propria voce. Dopo il suo terribile incidente al Nurburgring ‘76, scopre che Enzo Ferrari ha chiamato l’argentino Reutemann a sostituirlo, e non la prende certo bene. Quando poi Carlos viene confermato anche per la stagione 1977, sostituendo Clay Regazzoni, Niki decide che è ora di guardarsi intorno, e accetta l’offerta Brabham per la stagione successiva. Dopo aver vinto il titolo (il secondo della carriera dopo quello del ’75), e venendo a sapere che Gilles Villeneuve, suo sostituto l’anno successivo, sarà la terza guida schierata dalla Ferrari per le ultime due gare della stagione, decide di averne abbastanza, e di non concludere la stagione, lasciando il canadese alla guida della Rossa.

Mansell annuncia il ritiro dalla F.1, poi ci ripensa e passa in Williams

Nigel Mansell è sempre stato considerato uno dei piloti più coraggiosi e aggressivi nel Circus. Fuori dalla pista, però, ha sempre avuto problemi nella gestione del rapporto col proprio team. La stagione 1990 non fa eccezione, e avere un team mate scomodo come Prost non aiuta certo. In Gran Bretagna, i telai dei due piloti vengono scambiati senza informare il Leone inglese, che riesce comunque a qualificarsi in pole. Quando però in gara il cambio lo abbandona, l’inglese scoppia e va dai giornalisti ad annunciare il suo ritiro dal Circus. Fortunatamente, dopo dieci giorni ci ripensa e si accorda con Williams, e nel ’92 riuscirà ad agguantare il Titolo.

Alonso lascia Ferrari per McLaren

Quando, nel 2010, Fernando Alonso arriva in Ferrari dalla Renault, tutti, dai tifosi alla squadra, da lui si aspettano una cosa sola: che riporti il Campionato Piloti a Maranello. Nella prima stagione sembra proprio che l’asturiano possa riuscire nella sua missione, fino allo psicodramma di Abu Dhabi. Il team sbaglia il tempo di chiamata ai box, e Alonso si trova a correre tre quarti di gara dietro il russo Vitaly Petrov, senza riuscire a superarlo, e dando via libera a Sebastian Vettel su Red Bull per la conquista del suo primo titolo mondiale. Lo spagnolo arriverà a giocarsi il titolo all’ultima gara solo in un’altra occasione, a Interlagos 2012, senza riuscirci, e un anno dopo, a Budapest, a chi gli chiede che regalo vorrebbe per il suo compleanno, risponde in maniera sibillina: “La macchina di qualcun’altro!”. Il colpo di grazia al suo rapporto con la Ferrari arriva nel 2014, prima stagione dell’era turbo-ibrida; la F14-T è una vettura nata male, senza possibilità di arrivare nemmeno sul podio. Nonostante abbia ancora due anni di contratto, lo spagnolo decide di rescindere per tornare alla McLaren, convinto della bontà del progetto Honda. Non una gran scelta, considerando i risultati di questi ultimi anni.

La fine dell’era Montezemolo e l’avvento di Marchionne

La fallimentare stagione 2014 non porta solo alla fine del rapporto con Alonso, ma a cambiamenti anche ai piani alti della Scuderia. In giugno, valutando i cambiamenti introdotti in quella stagione, il Presidente Luca Cordero di Montezemolo aveva sentenziato: “La Formula Uno non sta funzionando”. Evidentemente, però, l’A.d. Fiat Marchionne la pensa diversamente e, dopo il risultato deludente di Monza, decide di sostituire lui stesso Montezemolo. “I risultati sportivi per la Ferrari sono molto importanti, e Luca lo sa tanto quanto lo so io”, dirà il manger italo-canadese, “la vittoria deve essere parte del DNA della Ferrari”.

Mattiacci sostituito da Arrivabene dopo sette mesi

Restiamo nel 2014, anno evidentemente critico nell’era moderna della Ferrari. Al GP di Cina, terzo appuntamento stagionale, Stefano Domenicali viene sostituito nel ruolo di Team Principal da Marco Mattiacci, dopo un inizio di stagione deludente e una vettura assolutamente disastrosa. Nel proseguo del campionato, Mattiacci, totalmente a digiuno di esperienza racing, e tantomeno di F.1, fa quello che può, cercando di conoscere il più possibile il team e l’ambiente. Il cambio al vertice, con l’avvento di Marchionne, però, porta tanti cambiamenti, tra cui l’arrivo di Maurizio Arrivabene dalla Philip Morris. Dopo soli sette mesi, dunque, Mattiacci dovrà lasciare il posto al bresciano, senza probabilmente aver avuto la possibilità di dimostrare tutte le sue capacità.

Surtees lascia la Ferrari a metà stagione

Per tutti gli appassionati di motorsport, il nome di John Surtees è leggenda, trattandosi dell’unico uomo a riuscire a vincere almeno un Mondiale sia con le moto sia in F.1. Nel Circus, vi riesce nel 1964 con la Ferrari, ma due anni più tardi i rapporti con il team di Maranello sono tutto meno che idilliaci. A Monaco, il team monta sulla sua vettura un pesante motore V12, mentre il compagno di squadra Bandini è equipaggiato di un più agile V6, molto più adatto al budello monegasco. La gara successiva si disputa a Spa, e Surtees riesce a vincere; nonostante ciò, il D.S. Dragoni lo redarguirà per avere lasciato una Maseati a guidare la gara nelle prime fasi. Ma l’epilogo del rapporto si consumerà una settimana più tardi, alla 24 Ore di Le Mans. Sempre Dragoni decide di far partire Ludovico Scarfiotti (nipote di Gianni Agnelli) al posto di Surtees, mandando a monte la strategia Ferrari per avere la meglio sulle più potenti Ford Gt 40. L’inglese si rifiuterà di correre, e, dopo un colloquio col patron Enzo, rescinderà il suo contratto.

La “spy story”

E’ uno dei più grandi scandali della storia della Formula Uno. Tutto inizia in una copisteria vicino a Woking, sede della McLaren, dove un impiegato nota i tecnici della scuderia inglese “maneggiare” fogli con stampigliato in bella vista il Cavallino Rampante. Le indagini porteranno alla scoperta della serie di e-mail tra Mike Coughlan, chief designer della McLaren, e Nigel Stepney capo meccanico Ferrari, in cui l’uomo del cavallino spiegava nel dettaglio le caratteristiche tecniche della F2007. La McLaren verrà multata con 100 milioni di sterline, mentre i due implicati perderanno i loro posti di lavoro. Stepney si procalmerà innocente fino alla sua morte prematura, avvenuta nel 2014 in seguito ad un incidente stradale, mentre Coughlan ora continua a lavorare in NASCAR.

L’ammutinamento di massa del 1961

Che Enzo Ferrari fosse un “duro”, è arcinoto. Meno nota è la durezza di sua moglie Laura, una presenza costante tra le mura di via Abetone. Tanto presente da far scrivere, nel 1961, una lettera ad alcuni tecnici in cui si chiede un ridimensionamento della sua figura. Le rimostranze non vengono ascoltate, e un gruppo consistente di ingegneri, guidato dal vulcanico e geniale toscano Carlo Chiti, decide di licenziarsi per fondare l’ A.T.S. La scuderia prenderà parte al Mondiale 1963, con miglior risultato l’undicesimo posto di Phil Hill a Monza. L’ammutinamento di massa causò comunque non poche notti insonni al Drake, ma aprì le porte di Maranello a due importanti figure quali Mauro Forghieri e Gian Paolo Dallara.

Il primo ritiro di Raikkonen a fine 2009

La stagione 2009 per la Ferrari è stata un calvario. La macchina non competitiva e l’incidente terribile di Massa in Ungheria che lo terrà lontano dalle corse fino a fine stagione non aiutano il team di Maranello. L’unica vittoria arriva a Spa con Kimi Raikkonen. Proprio il finlandese sarà protagonista di un colpo di scena a fine stagione: con un anno di anticipo sul contratto, verrà appiedato per far posto a Fernando Alonso, spinto fortemente dalla sponsorizzazione di Santander. Lo stesso Kimi accetta di buon grado, dedicandosi per tre anni ai rally. Tornerà nel Circus nel 2012 e a Maranello nel 2014, in coppia, ironia della sorte, proprio con Alonso.

Fonte: http://feedproxy.google.com/~r/CircusFormula1/~3/jEsursBPtXQ/ferrari-f1-le-dieci-notizie-bomba-della-storia-della-scuderia-di-maranello.php

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