Dopo la fase – con oltre 500 candidature giunte sul sito di BMW Motorrad, tutte accuratamente valutate dallo staff tecnico – ad approdare alla selezione finale per partecipare al GS Trophy 2020 in Nuova Zelanda, sono stati in poco meno di 50.
Posti disponibili in squadra: tre.
Così, giunti al Castello di Rivalta, sede della , i contendenti sono stati catapultati all’istante in una due giorni di prove durissime, utili a verificare, non solo le specifiche capacità di guida, ma anche resistenza fisica e attitudine a sostenere dosi elevate di stress. Caratteristiche imprescindibili per un’esperienza come il GS Trophy, dove oltre all’abilità nel condurre la moto su percorsi off-road, occorrono allenamento, adattabilità e un forte spirito di squadra. Questi gli ingredienti principali per affrontare al meglio le difficoltà della competizione e provare a battere le agguerrite squadre avversarie, provenienti da tutto il mondo.
IL PRIMO GIORNO – Un veloce trasferimento zaino in spalla al campo scuola dell’Academy e via a sostenere le prime prove, sotto lo sguardo vigile degli istruttori (capitanati dal direttore tecnico Stefano Candida), scrupolosissimi nel giudicare le varie performance. Ovviamente, i contendenti erano all’oscuro di cosa avrebbero trovato ad attenderli: 3,8 km di corsa campestre, per accertare la necessaria resistenza fisica; un colloquio con una psicologa, per valutare la specifica attitudine al tipo di esperienza; una prova di meccanica, per verificare la capacità di far fronte a guasti improvvisi della moto; una sessione di guida nel bosco con passaggi impegnativi, per una prima verifica delle capacità di guida. E a fine giornata, il primo taglio netto, con l’eliminazione di oltre metà dei partecipanti.
Per i 20 “sopravvissuti”, umore alle stelle e notte in tenda a Grazzano Visconti, nei pressi del quartier generale di Enduro Republic, base di partenza del secondo giorno di “esami”.
IL SECONDO GIORNO – Ancora prove alla cieca, ancora ostacoli tostissimi da superare. Come i giganteschi tronchi presenti sul percorso da compiere divisi in squadre, spingendo una F 850 GS (la moto scelta per la gara in Nuova Zelanda) a motore spento, attraverso un vero e proprio “percorso di guerra”. Poi l’otto stretto (strettissimo) e la gara di lentezza in salita, per misurare la sensibilità nella gestione del mezzo. Per ogni errore – implacabile! – una penalità.
Altri 10 eliminati prima di pranzo, qualche istante di relax, e si torna al campo per la prova finale: due squadre da 5, discesa ripida con moto spenta, costruzione di un ponte con tronchi di legno (legati con le corde) e salita ripida con moto “a spinta” (quindi con motore ancora spento); la prima squadra che arriva in cima vince. Un ultimo, estenuante, sforzo per dimostrare le proprie capacità e meritare di far parte del team.
I VINCITORI – Alla fine, i selezionati col punteggio più alto sono stati Alberto Ballardin, Michele Pradelli e Federico De Angelis.
Complimenti ragazzi, bravissimi, ci rivedremo presto in Nuova Zelanda.
Stay Tuned!
UYBA Volley Busto Arsizio ufficializza la terza giocatrice confermata per la stagione 2025-2026: dopo gli annunci di Rebecca Piva e…
“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano” canta Venditti. Una frase che sembra calzare a pennello…
Introduzione Alla Caja Magica si alza il sipario sul Masters 1000 di Madrid, il quarto torneo 1000 della stagione. Si…
Nel match tra Cucine Lube Civitanova e Sir Susa Vim Perugia, valido per Gara4 delle Semifinali Play Off, sfida che…
Una Pasqua felice quella trascorsa dalla Yuasa Battery Grottazzolina che ha centrato il primo successo nei Playoff Challenge grazie al 3-1 in rimonta imposto…
Sarà un martedì da tutto o niente al Palaverde di Villorba, davanti agli oltre 5mila spettatori che andranno ad aggiungersi…