La NBA e i Brooklyn Nets: ecco come assistere a un match al Barclays Center

New York accoglie e ospita ogni giorno turisti provenienti da ogni parte del mondo, in viaggio per piacere, divertimento, shopping o per vivere un’esperienza diversa in una città multiculturale, ospitale, sicura e riferimento mondiale per quello che riguarda la cultura, la finanza, l’arte e lo sport.

Tra le lingue straniere più parlate nella grande mela c’è proprio l’italiano. Un italiano su due in viaggio in America fa almeno una tappa a New York, come base per altre destinazioni, o come obiettivo della propria vacanza, e uno su tre assiste ad un evento sportivo. Tra gli spettacoli offerti dalla città in ambito sportivo ci sono il baseball, con i leggendari News York Yankees, e il basket, che in città è rappresentato dai New York Knicks e dalla compagine più trendy dell’intera Lega, i Brooklyn Nets.

Assistere a una partita NBA è una esperienza che unisce sport, tradizione, cultura e spettacolo, e per gli appassionati di basket, siti online come Hellotickets.it permettono di acquistare in anticipo i propri posti a sedere al nuovissimo Barclays Center con una visuale assolutamente unica e scegliendo quale partita vedere al momento della pianificazione del viaggio.

I Brooklyn Nets: una squadra di tradizione e storia

Nati nel 2012, a seguito del ritorno dei New Jersey Nets a New York, i Brooklyn Nets sono la squadra con il look più giovane della NBA, e fanno parte di un progetto ben più ampio che riguarda non solo lo sport ma anche il radicamento e l’identificazione della franchigia con una area, compresa tra Brooklyn e il Pacific Park, al centro di un processo di gentrificazione e riqualificazione urbana radicale.

Il ritorno a Brooklyn è stato voluto dagli allora proprietari, il magnate russo Mikhail Prokhorov e il rapper americano Jay-Z. Alla base della scelta, la necessità di voltare pagina dopo una serie di risultati non proprio esaltanti, ma anche una strategia commerciale mirata a identificarsi con una zona, quella di Brooklyn, più elegante ed evocativa per i tifosi, ma anche per gli amanti della NBA, rispetto al New Jersey.

Un ritorno, perché i Nets avevano già giocato a New York fino al 1977, con il nome di New York Nets. Erano i tempi della ABA (American Basket Association), la lega che poi sarebbe confluita nella NBA e tra le fila dei Nets c’erano giocatori del calibro di Julius “the Doctor” Earving Nate “Tiny” Archibald e prima di loro Rick Barry.

Nomi leggendari a cui ne sarebbero seguiti altri come Bob MacAdoo, che avrebbe a fine carriera legato il suo nome alle fortune dell’Olimpia di Milano, Drazen Petrovic, il Mozart dei canestri, Bernard King, i centri Alonzo Mourning e Dikembe Mutombo, Mourice Cheeks e più recentemente Jason Kidd, che dopo aver giocato ai Nets per 7 anni, è tornato a Brooklyn dopo il ritiro come giocatore, per sedersi come head Coach sulla panchina della squadra newyorkese.

Fulcro del progetto, l’avveniristico Barclays Center, centro sportivo che con la riproduzione dei classici mattoncini rossi riflette lo stile della città: raggiungibile solo in metro (praticamente non ci sono parcheggi), con delle fermate create ad hoc, come ama muoversi ogni newyorkese che possa dirsi tale. L’arena richiama la metropolitana anche nelle scritte, nei font e nei temi scelti per decorare il bordo campo di gioco.

Il Barclays Center

Una menzione la merita proprio il campo, il primo in NBA in legno di acero grigio e incrociato a spina di pesce, con le zone vicino a canestro più scure rispetto al resto dell’area di gioco. I bordi neri che circondano il campo sono intervallati con mattonelle bianche ancora a ricordare la subway newyorkese.

Un’identità molto forte che lega il campo, la sua atmosfera, creata nel pre-partita con filmati emozionali trasmessi dai megaschermi posti sopra il campo o brani hip hop della East Coast, con la città, la squadra, ormai saldamente nelle mani di coach Atkinson, e i suoi tifosi.

Proprio Kenny Atkinson, head coach della squadra, partendo dal peggior record della lega, è stato in grado, assieme al General Manager Sean Marks, di creare quella che viene chiamata la Brooklyn Nets Culture, la convinzione che la vittoria va costruita con il duro lavoro, il continuo miglioramento di staff e giocatori, e l’affidarsi sempre a elementi dall’elevato spessore umano.

E i risultati hanno premiato le scelte coraggiose, un record che passa in 3 anni da 20 a 42 vittorie e l’arrivo in squadra delle tanto attese punte di diamante Kevin Durant e Kyrie Irving, entrambi free agent, entrambi attratti oltre che dai dollari di Mikhail Prokhorov (prima) e Joseph Tsai (dopo), da una squadra giovane, con un gioco spettacolare, in continua crescita e perché no, con il training center più in della NBA dove ci si distrae facilmente guardando fuori dalle grandi finestre che circondano il campo, una delle skyline più famose e suggestive al mondo. Anche questa è Brooklyn Nets Culture.

Come ottenere i biglietti per i Brooklyn Nets

Assistere a una partita dei Brooklyn Nets è un’esperienza da vivere in una città da sogno, pianificando il tutto prima della partenza, acquistando i biglietti con anticipo, a prezzo più vantaggioso, potendo scegliere direttamente sul sito , in quale settore e poltrona godersi lo spettacolo, puntando sui lati del campo per avere una visione più completa, o avvicinandosi al bordo campo, per vedere i propri idoli più da vicino, anche per le partite di cartello. I biglietti possono essere acquistati anche via smartphone scegliendo partite e posti disponibili, avendo una realistica preview della visuale del campo che si ha da ogni posto a sedere.

Una partita NBA: una serata indimenticabile

Una esperienza da tifoso: l’arrivo al Barclays Center, rigorosamente in metro, almeno un paio di ore prima della partita, una passeggiata attorno all’arena di gioco, qualche selfie da condividere con gli amici, una visita allo store dove acquistare un gadget o una maglia ricordo e ordinare la cena tra uno degli innumerevoli menù a disposizione. Poi la partita, preceduta dalla spettacolare presentazione delle squadre, le note di “Brooklyn, Something to lean on” cantata dal pubblico, l’esibizione delle trendy cheerleaders e l’immancabile inno americano. Quindi, finalmente, le luci sul pubblico che si spengono, lasciando i riflettori accesi solo sul campo da gioco, dove nasce la magia ed esplode lo spettacolo. Anche questa qui, in fondo, è Brooklyn Nets Culture.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/basket

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