Basket, Serie A: rivoluzione a Pesaro, Cremona non può più nascondersi

ROMA – Se arrivi a metà campionato col record di punti eguagliato dopo il girone d’andata, non puoi più nasconderti. È il caso della Vanoli Cremona, a quota venti punti come nella stagione 2015-2016. Allora c’era in panchina Cesare Pancotto, che portò la squadra ai play off. Meo Sacchetti, il coach attuale e uno dei due tra i pretendenti alle Final Eight ad aver già vinto la Coppa Italia (l’altro è Pianigiani), l’ha fatto chiaramente capire. Bisogna che gli obiettivi crescano, basta con il low-profile.

VENTI DI RECORD – Cremona, due volte in semifinale in Coppa Italia, non può continuare a pensare, nemmeno per amore di scaramanzia, alla salvezza. Non ora, poi, che è esploso Mathiang, alla quinta doppia doppia in stagione. Ha segnato 18 punti e preso 18 rimbalzi, nuovo record di squadra in Serie A, per un 34 di valutazione che rimane la seconda miglior prestazione per un giocatore della Vanoli quest’anno dopo i 40 di Saunders alla prima giornata. La pericolosità di Mathiang, spiegava Sacchetti alla vigilia prima del successo al PalaRadi contro Reggio Emilia, ha permesso alla Vanoli «di trovare una doppia dimensione che aiuta anche il nostro gioco perimetrale. Il nostro marchio di fabbrica – ha aggiunto – deve continuare a essere l’intensità che mettiamo in campo, pur con tutte le nostre carenze, per cercare di giocare al meglio la nostra pallacanestro che è fatta di corsa e di ricerca del miglior giocatore libero».

DINAMO COSTANTE – Nessun risultato, se l’effetto si prolunga nel tempo, può definirsi casuale. Certo non può dirsi tale la settima qualificazione in otto anni alle , che nel 2014 hanno centrato il primo trofeo della storia biancoblù contro Siena. Era la squadra dei cugini Diener: Drake, che ha iniziato a fare l’allenatore di college, e Travis, che gioca proprio a Cremona. Fu una coppa dal significato speciale, fu il preludio al Triplete del 2015. Sassari vince Supercoppa, Coppa Italia in finale su Milano e campionato. Ritira la maglia numero 12, indossata da Travis Diener, e proprio da Diener rischia di essere tradita all’ultimo secondo di gara 5 della finale scudetto contro Reggio. Il suo buzzer beater, il tiro sulla sirena, non va e il resto è storia.

TORNA MCGEE – Coach Esposito, che ha perso Scott Bamforth negli ultimi secondi della sfida con la Pallacanestro Cantù, per la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, avrà a disposizione Tyrus McGee, guardia americana che si mette al servizio della squadra e che già all’università mostrava una particolare predilezione per il tiro da tre (46,3% di realizzazione nell’ultimo anno). Conosce già l’Europa e l’Italia. Ha giocato con l’Orlandina, nel 2015-16 a Cremona (13.3 punti e 3.3 rimbalzi di media), l’anno successivo ha vinto il campionato a Venezia con la perla del career-high: 43 punti in una partita. L’anno scorso ne ha mantenuti poco più di 14 a Pistoia prima di tentare l’esperienza turca con l’Afyon Belediye.

PESARO CAMBIA – McGee torna in Italia per non interrompere un’emozione, Boniciolli è tornato in serie A dopo otto anni per ribaltare i tavoli, come ha detto nella conferenza stampa di presentazione. «L’obiettivo è molto chiaro e semplice: riconquistare la stima, il rispetto e l’apprezzamento del pubblico di Pesaro – ha detto –. Tutti insieme dobbiamo raggiungere l’obiettivo, ho sempre pensato che noi che facciamo parte di questo mondo siamo dei privilegiati e dobbiamo meritarci le cose che abbiamo. Sangue, sudore, lacrime e qualche sorriso: questa è la ricetta». I primi risultati si sono visti: record di squadra da tre in stagione, primato personale di rimbalzi di contro la Fiat Torino si è vista una VL ancora fragile in difesa ma non una squadra che si arrende alle prime difficoltà come era successo contro Reggio Emilia. Si è visto un gruppo che ha saputo essere squadra, perché anche quando sei in fondo alla classifica a metà campionato non puoi più nasconderti.


Fonte: http://www.corrieredellosport.it/rss/basket

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