ROMA – Alla vigilia dell’esordio romano nel Mondiale contro il Giappone (domenica alle 19.30), all’aperto davanti a quasi 11mila spettatori nel Centrale del tennis del Foro Italico, parla il ct azzurro Gianlorenzo Blengini.
Quali le sensazioni della vigilia?
“Ci siamo, ne parliamo da un po’, nelle ultime settimane mi hanno chiesto spesso come va, come stiamo, se siamo pronti. Abbiamo certamente fatto tutto quello che era nella nostra volontà per arrivare pronti. Il Giappone è cresciuto molto, ci ha battuto in Nations League, è un avversario duro e troppo spesso abbiamo parlato in generale del Mondiale e poco delle singole partite. Quella di domani è una partita dura, e noi dobbiamo essere focalizzati sull’avversario. E oggi sarà il nostro unico allenamento al Foro Italico”.
Lo stadio all’aperto rende tutto molto diverso.
“Sicuramente, c’è una serie infinita di fattori a rendere diversa e più affascinante questa partita, non solo dal punto di vista sportivo ma per tutto il movimento della pallavolo, in più è la prima partita di un Mondiale. Come tutte le partite inaugurali avrà anche il fascino dell’esordio e la voglia da parte di entrambe le squadre di voler rompere il ghiaccio”.
Il precedente col Giappone in Nations League non è dei più felici (sconfitta 3-2 ma senza molte stelle azzurre): è tutto diverso o quella partita può essere rimasta nella memoria del gruppo?
“Si prende spunto da tutto, abbiamo analizzato il Giappone ricordando anche quello che è successo in Nations League. Era un momento della stagione differente, abbiamo lavorato ma anche loro l’avranno fatto. Ci saranno delle differenze nei giocatori, ma ovviamente si partirà da zero”.
Quanto è cambiata l’Italia da allora?
“A seconda delle partite la squadra è cambiata molto in Nations League, lì abbiamo lavorato e fatto degli esperimenti, tenendo conto dei grandi spostamenti e delle condizioni fisiche del momento dei giocatori. Ora siamo reduci da un lungo periodo di preparazione assieme. Cambia tutto, ma vedremo cosa dirà il campo”.
Sentite la pressione?
“Siamo abituati a convivere con la pressione, in Italia è sempre così, sia in nazionale, sia nei club. Il campionato è molto equilibrato e tutte le domeniche sembra che ci si giochi tutto. Ma anche questo è il bello. Confrontarsi con questo tipo di suggestione è difficile ma bello. E quando non hai queste sensazioni, ti mancano”.
Quanto questa squadra ha addosso dello spirito di Rio?
“Si parla tanto di Rio in questi giorni perché la squadra che ho portato qui è la più simile degli ultimi anni a quella dell’Olimpiade. Quella è stata un’esperienza entusiasmante e fa piacere ricordarla. Le sensazioni che si sentono prima di un’Olimpiade sono diverse. E anche il Mondiale in casa nella tua testa “lavora” in molto simile”.
Obiettivi?
“Lo vedremo una stazione per volta, partita dopo partita. Non siamo i favoriti, ma abbiamo lavorato moltissimo. Poi vincere è il risultato di un mix di cose. Il nostro obiettivo è cercare di sviluppare la nostra migliore pallavolo”.
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