Parte con i favori del pronostico la Russia reduce da un anno pallavolisticamente eccezionale: prima la vittoria all’Europeo, nel settembre 2017, e poi l’affermazione nella Nations League a luglio di quest’anno. Agli ordini di Segej Shliapnikov c’è una squadra solida in ogni reparto e che non teme alcun avversario. Dalla regale esperienza di Maxim Mikhaylov(uno che riesce a schiacciare qualsiasi pallone senza sforzo apparente) alla sfacciataggine di giovani come Kliuka(in dubbio per problemi fisici) e Volkov. Quest’ultimo in particolare ha tutte le carte in regola per sfondare soprattutto se limiterà le sue pause e i suoi atteggiamenti non sempre corretti verso L’avversario. I russi, anche a detta di Max Colaci, sono la squadra da battere quindi e c’è da giurare che rimarranno a lungo in Italia, probabilmente facendosi un bel giro fino a Torino. Là dove sperano di andare Serbia e, più timidamente, Stati Uniti. I serbi hanno come al solito una gran bella squadra che parte con grandi aspettative che dovranno però essere sorrette da una continuità non sempre conosciuta e una lucidità non sempre presente nei momenti che contano. Grbic ha giustamente pescato a piene mani in Superlega da dove provengono diverse colonne portanti della sua nazionale come Kovacevic, Podrascanin e Lisinac(nuovo centrale di Trento). Superlega da dove viene anche Atanasijevic che deve giocarsi il posto con Luburic. Il costante ballottaggio non sembra aver giovato a nessuno dei due durante lo scorso Europeo e la stagione di grazia dell’opposto di Perugia fa pendere la bilancia dalla sua parte. Ma l’ultima parola, come sempre spetterà al campo e al mister. Incline a colpi ad effetto. Gli Stati Uniti partono non certo come favoriti ma trovando l’amalgama giusta potrebbero arrivare a grandi traguardi. Molto dipenderà dalla condizione di Micah Christensen scartato forse troppo in fretta dalla Lube(in favore però di Bruninho) che dovrà essere capace di risolvere i problemi in ricezione di Sander e compagni e rendere giocabili quanti più palloni possibili. Qualche perplessità suscita il posto 2 che dovrebbe essere affidato a Benjamin Patch, passato di recente da Vibo Valentia a Charlottemburg, opposto di quantità, ma non sempre di qualità. Il potenziale a stelle e strisce insomma c’è. Ma rispetto alle altre big l’equilibrio sembra più fragile e precario. Meno temibile è l’Australia che però tenterà di farsi valere. L’arma principale degli oceanici, lo si è visto in Nations League contro l’Italia, è l’organizzazione cona quale riescono a sopperire a mancanze nel gioco. Si prospetta un bel sovraccarico di lavoro per l’opposto Carroll, come per il libero Perry: l’obbiettivo minimo è il passaggio del turno, poi tutto quello che verrà, sarà guadagnato. Più indietro partono certamente Camerun e Tunisia. Le due nazionali nordafricane si affacciano alla grande pallavolo cercando di non sfigurare: la sorte non ha però arriso loro con l’inserimento in un gruppo tutt’altro che semplice.
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