Gianlorenzo Blengini – Foto Getty Images© per SuperNews
Buona la prima, ma non montiamoci la testa: l’Italia ha vinto la gara inaugurale dei Mondiali 2018 contro un Giappone non irresistibile e così può cominciare al meglio il suo percorso che, si spera, la porterà molto lontano. La squadra di Blengini ha risolto la pratica in 3 set con una netta affermazione per 3-0 in un Foro Italico pieno e strabordante di passione per i colori azzurri
Come detto, il Giappone non è la Russia o il Brasile. Eppure contro squadre come quella nipponica l’Italia ha sofferto per la difficoltà a mettere a terra la palla immediatamente. Invece il cambio palla è stato brillante e sempre puntuale. Giannelli, perfetto in distribuzione, si è in particolare affidato a centrali con Anzani e Mazzone, preferito a Cester, che hanno realizzato rispettivamente 8 e 9 punti. Complice un muro giapponese spesso disattento, al centro sono state trovate tante soluzioni che potranno venire utili ancora nel corso del torneo, soprattutto in situazioni dove la velocità di esecuzione di palleggi e colpi d’attacco potrà essere determinante per superare centrali prestanti fisicamente e bravi a coprire le traiettorie di attacco. Ottima è stata poi la gestione del match con gli azzurri che hanno accelerato, quando c’era necessità, sempre con grande lucidità dimostrandosi freddi al momento di chiudere i set.
Però è doveroso sottolineare come ci sia ancora del lavoro da fare e come bisognerà migliorare degli aspetti per essere competitivi contro tutti gli avversari. Domenica, infatti, uno dei fondamentali attraverso il quale possono passare molte delle nostre fortune non è stato sfruttato a dovere: la battuta. Dai 9 metri gli azzurri non hanno punto e i soli 2 ace in 3 set contro la ricezione giapponese(non certo famosa per essere invulnerabile) non rendono giustizia alle capacità dei nostri giocatori. Solo Ivan Zaytsev è riuscito a mettere a terra dei punti diretti con due gran servizi, ma ci sono stati molti errori, anche da parte di chi ha battuto con la salto float e, almeno sulla teoria, dovrebbe essere più tattica e quindi più sicura. Ambivalente è stato invece il comportamento del muro. I nudi numeri ci dicono che l’Italia ha realizzato ben 9 muri vincenti: un bel risultato in 3 set. Ma, rivedendo meglio, si nota come in molte occasioni il muro azzurro, con un miglior posizionamente avrebbe potuto respingere altri attacchi avversari. Una direttrice, in particolare, non coperta a dovere è stata la diagonale che batteva Otake(7 punti solo nel secondo set) da posto 2. Martello e centrale coprivano infatti la parallela lasciando libera la traiettoria preferita dell’opposto avversario.
Dettagli, ma che a volte possono fare la differenza. Quello che conta è che però sono arrivati 3 punti(che verranno conservati anche nell’eventuale seconda fase) senza concedere neanche un set. Ora la testa dovrà essere proiettata a Firenze per il resto della pool che proseguirà con la non facile sfida al Belgio. Questo sarà un banco di prova più consistente per i ragazzi di Blengini che, però, dalla loro hanno un pubblico che anche giovedì farà registrare il tutto esaurito al palazzetto
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