Verona, capitolo Uriarte: la società non conferma nè commenta la notizia

Di Redazione

Solo pochi giorni fa è uscita la notizia di un possibile interessamento degli scaligeri per Osmany Uriarte, schiacciatore cubano oggi detenuto nel carcere di Turku, ecco la (non) risposta della società.

Il 23enne schiacciatore cubano attualmente rinchiuso per stupro nella prigione di Turku, città del sud ovest della Finlandia affacciata sul Golfo di Botnia, dovrebbe scontare ancora 2 dei complessivi 4 anni di carcere (inizialmente 5, poi ridotti a 4), ma sembra che un ulteriore sconto di pena sia proprio dietro l’angolo.
E poco dopo che avrà ritrovato la libertà, Uriarte potrebbe ritrovare anche il campo, dato che sembra che la Calzedonia Verona l’abbia contattato per offrirgli una preziosa possibilità di rimettersi in gioco dopo i fatti di Tampere.

Il quotidiano veronese L’Arena ha interpellato la società per chiedere chiarimenti in merito, ma i gialloblù non hanno confermato nè commentato la notizia.

In un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport dello scorso 1 marzo 2017, Osmany Uriarte commentava così la sua vita all’interno del carcere di Turku: “Ho visto il cielo solo dopo 7 mesi, non avevo la forza per uscire a prendere una boccata d’aria: non ho fatto altro che vedere film e film, e non posso ascoltare la musica salsa, perché in carcere non fanno entrare i dvd non originali: ma a Cuba tutta la musica è pirata. Alle 16 il nostro giorno è finito, no non mi alzo alle 7 del mattino per andare in palestra – poi il cubano approfondiva – Siamo considerati i peggiori criminali. Dobbiamo farci la doccia al freddo fuori, anche se abbiamo la porta aperta. Non ho soldi per telefonare, da un mese non ci riesco: neanche l’ambasciatore può darci nulla. E’ un’esperienza orribile la mancanza di libertà. Mi manca troppo mia madre: mi sono tatuato la frase ‘l’amore di una madre è l’unico che dura per sempre’… Avrei voluto sfidare Juantorena ai prossimi Mondiali in Italia, spero potrò farlo a Tokyo. Sul futuro non sappiamo nulla, siamo solo sospesi temporaneamente dalla federazione internazionale, io dopo Rio avrei dovuto giocare in Turchia“.

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