Un vero e proprio addio, non alla sua amata Busto Arsizio ma all’Italia per Valentina Diouf, che sogna di poter trovare nuova linfa vitale in un Paese che ama da quando, pur non essendo stata convocata alle Olimpiadi di Rio, ha deciso di seguire le compagne in Brasile come spettatrice e supporters in prima linea, perché Valentina era molto legata alle sue compagne, un po’ meno al coach Bonitta che l’ha illusa e l’ha poi abbandonata fuori, ai margini della compagine azzurra e delle atlete di cui è molto amica. Da spettatrice ha dovuto così vedere la disfatta totale del team Bonitta che non ha di certo lasciato una bella impressione al mondo del Volley e soprattutto alla federazione italiana, che ha saputo ben sostituirlo con Mazzanti, il quale però ha deciso di escludere anch’egli dalla nazionale la Diouf, per scelta tecnica naturalmente, preferendole altri opposti. Non che la scelta sia sbagliata, e i risultati si stanno vedendo in questo cammino verso il mondiale in Giappone, ma di certo la stampa non è mai stata imparziale verso Valentina, osannandola più del dovuto quando si occupa di qualche associazione umanitaria, quando è testimonial contro il razzismo, e quando fa qualche bella partita, e, d’altro canto, distruggendola alla prima frase sbagliata o fuori luogo, alla prima partita infelice, non essendo mai obiettiva e sempre poco equilibrata. La stampa è stata senza dubbio un problema per Valentina che non ha saputo gestirla e arginarla.
Dopo il mondiale 2014 e l’accesso alla Liu-Jo Modena sono iniziati i guai. Le prestazioni non sempre all’altezza della Valentina vista ai mondiali, spesso un po’ troppo esaltata con degli articoli sui giornali molto poco equilibrati, ed ecco il ribaltone giornalistico, dalle stelle alle stalle, dall’essere l’opposto cardine della futura nazionale azzurra al diventare un’atleta sopravvalutata e non in grado di calcare i grandi palcoscenici.
Scaricata dalla Liu-Jo fortunatamente Valentina è stata riaccolta dal Busto Arsizio, dove ha saputo dimostrare, nonostante la stampa avversa ormai perpetua, il suo valore come pallavolista.
All’UYBA per Valentina ci fu una vera e propria rinascita che ha fatto diventare di nuovo al Diouf la beniamina del pubblico, non di tutta Italia però, ma solo della sua Busto Arsizio, realtà che ha saputo valorizzarla e accoglierla con grandissimo affetto, sentimento ricambiato con ottime prestazioni in campo, non da stella indiscussa del mondo del volley ma prestazioni che sono bastate al raggiungimento di una insperata semifinale persa all’ultimo colpo con il Novara di Chirichella ed Egonu, compagne di nazionale e amiche di Valentina, che le vedrà ancora una volta come spettatrice e non mancherà di tifare per loro.
Ora il Brasile, con le sue belle spiagge dove fin da bambine le future atlete si preparano alla conquista dell’oro olimpico. Un ambiente ideale per vivere la pallavolo non solo come un lavoro ma anche, e soprattutto, come un divertimento, cosa che manca quando lo sport diventa solo un’occupazione piena di responsabilità e pretese.
In Brasile la Diouf può rinascere, in un luogo che la terrà lontana dalle critiche e dalle pressioni, e dove la gente sa tifare per il bel gioco e per il divertimento, non solo per vincere un campionato o una Coppa.
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