Di Redazione
Il Presidente di Trentino Volley Diego Mosna ha preso parola in una lunga e interessante intervista rilasciata al Corriere del Trentino. Durante l’intervento parla a 360° della nuova squadra, fissa obiettivi e commenta il mercato sostenuto dalla squadra.
Si dice molto soddisfatto delle entrate e amareggiato per qualche giocatore in uscita, è entusiasta soprattutto dell’arrivo del libero francese Grebennikov. Ecco l’intervista integrale:
Presidente Diego Mosna, la rosa della nuova Trentino Volley è quasi al completo: cosa ne pensa?
«Essendone uno degli ideatori sono entusiasta. Siamo migliorati in tutti i fondamentali, dalla battuta all’attacco. Fra titolari e seconde linee abbiamo, inoltre, degli ottimi ricettori, a muro basti vedere le prestazioni di Srecko Lisinac in Volleyball Nations League o di Davide Candellaro quando l’Italia era ancora in gioco. È tutto da dimostrare naturalmente, anche rispetto a come si comporrà la “miscela squadra�, ma non ho dubbi che il nostro allenatore riuscirà a fare molto bene. Senza dimenticare, tuttavia, che se noi ci siamo potenziati gli altri competitors lo hanno fatto notevolmente».
Fermo restando l’entusiasmo, c’è qualche giocatore che avrebbe voluto portare in Trentino senza riuscirvi?
«No, quello che avevamo progettato siamo riusciti a realizzare. Certo, chi non vorrebbe Wilfredo Leon? Ma non ci abbiamo non dico provato, ma nemmeno pensato di provare a ingaggiarlo perché è un atleta non alla nostra portata. A ogni modo siamo soddisfatti, consapevoli delle nostre possibilità : abbiamo tutto quello che volevamo».
Questo mercato le ha causato qualche rammarico?
«Ogni partenza è un dispiacere, che viene parzialmente o totalmente colmato dai nuovi arrivi. Come tutti gli sport di squadra, anche nel nostro non si può pensare di avere un team ideale, sempre uguale a se stesso. Ci sono molte componenti nella vita privata, di gruppo, nelle aspettative dei singoli e della società che portano a dei cambiamenti. E’ chiaro che la partenza di Lanza mi sia spiaciuta moltissimo, così come quella di Carbonera, che se ne è andato piangendo, e di Kozamernik, al quale ci siamo affezionati molto».
Anche quest’anno, alla fine, c’è stata una mezza rivoluzione nell’organico.
«Capita che i cambiamenti siano voluti, ma anche obbligati. Sono legati pure ai movimenti delle altre squadre, alle offerte per i nostri giocatori, e ai vincoli riguardanti gli stranieri. Realizzare un sogno che avevamo da tempo, ovvero portare in squadra Jenia Grebennikov, ha giocato un ruolo importantissimo: ci ha condizionato notevolmente. Avendo poi la possibilità di ingaggiare Lisinac abbiamo dovuto rinunciare a Kozamernik. Per stare al passo con le avversarie e per rispettare la norma sul numero di italiani in campo siamo stati obbligati a operare ancora delle modifiche. Ma la diagonale palleggiatore-opposto è rimasta la stessa e abbiamo un libero che aiuterà le seconde linee in maniera fantastica, non solo in difesa ma anche in ricezione».
È una squadra che, come ha detto il general manager Bruno Da Re, «costerà notevoli sacrifici economici».
«Sì, perché o troviamo nuovi sponsor o quelli che già ci aiutano ci danno più soldi oppure noi soci dovremo mettere la differenza che mancherà a pareggiare il bilancio».
Non si parla più di main sponsor, dunque?
«Abbiamo anche quest’anno trattative importanti in corso, ma la nostra ricerca non è più legata a trovare un solo grande partner, ma a individuarne piccoli e medi che in numero consistente facciano l’equivalente di un’unica grossa sponsorizzazione. Ovviamente è più difficile ma i main sponsor importanti non nascono sugli alberi quindi dobbiamo adattarci».
Il budget di Civitanova pare sia aumentato del 20%, quello di Perugia del 10%, quello di Trento invece?
«Anche il nostro è cresciuto circa del 20%, forse anche di più, assestandosi intorno ai 4 milioni. Perché si è alzato l’ingaggio dei giocatori che sono rimasti. Abbiamo poi arruolato campioni affermati come Aaron Russel, Lisinac e Grebennikov, che è il miglior libero al mondo ma probabilmente anche il più caro».
Capitolo calendari: limitandoci al campionato italiano, sembra che i ritmi saranno più blandi.
«Con un club in meno si è riusciti soprattutto a trovare lo spazio per dei playoff importanti, con la formula che abbiamo visto dare più pubblico in assoluto, qualità e interesse ovvero con le prime qualificazioni al meglio delle tre partite e poi la finale al meglio delle cinque. Avremo più cadenze domenicali e questo garantisce maggiore stabilità e un orientamento più semplice per il pubblico».
Infine, la coppa Cev: lei ci tiene, ma con le molte squadre che arriveranno dalla Champions League sarà un torneo dal livello più alto.
«Non sarà forse complicato all’inizio, ma poi diventerà più difficile. Ci tengo molto, vorrei anche proporla alla squadra come target da raggiungere. In tutti i trofei per i quali giocheremo dovremo usare la stessa cattiveria agonistica, ma questo è l’unico che ci manca e potrebbe essere un obiettivo più di altri alla nostra portata».
(Fonte: Corriere del Trentino)
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