Di Roberto Zucca
Lo scorso anno ha vinto praticamente tutto. E quest’anno promette di fare altrimenti. Un centrale italiano tra i più forti della sua categoria ed un destino, quello di Simone Anzani, che dopo la squadra scudettata della Sir lo proietta nel futuro della Azimut Modena, ambiziosa protagonista della prossima Superlega:
“Una nuova avventura sì. Sono felicissimo della scelta e dell’interesse che la società ha mostrato nei miei confronti. Sono stato fortemente voluto dalla dirigenza e per me sarà un onore giocare nel tempio della pallavolo italiana”
Da Bernardi a Velasco. Gente che ha fatto scuola.
“A Lollo rimarrò sempre fortemente legato. È una persona che è sempre stata presente in questo mio percorso di crescita a Perugia e che, per un consiglio, contatterei sempre. Velasco è colui che ha fatto scuola nella pallavolo moderna e sarà un grande stimolo allenarsi e giocare con lui”.
Che squadra sarete?
“Sicuramente in grado di ricavarsi un ruolo all’interno della nuova Superlega. Civitanova e Perugia hanno fatto una grande campagna acquisti e saranno le due squadre da temere. Noi abbiamo tutte le carte in regola per poterci togliere le nostre soddisfazioni”.
Un pensiero per Perugia?
“Una stagione bellissima. Col solo rimpianto della Champions. Rigiocare in città sarà una forte emozione e che i ricordi di momenti come lo scudetto saranno sempre vivi nella mia mente”.
Anzani si aspettava l’esito della VNL ovvero l’Italia fuori dalla Final Six?
“Onestamente no. Abbiamo bucato alcuni incontri che sono stati fatali per la qualificazione come ad esempio la gara contro il Giappone e l’Australia. In quelle occasioni dovevamo fare risultato. Non ha aiutato nemmeno l’infortunio di Giannelli, che è un perno fondamentale all’interno del gruppo”.
In generale il movimento ha criticato la formula? Quanto è stata impegnativa?
“Molto. Dopo un anno alle spalle molto impegnativo tra campionato, Coppe, Champions, il fatto di viaggiare da un continente all’altro e giocare con dodici ore di fuso non agevola assolutamente la mente e il fisico. Questo non vuole essere una scusante, però misura il fatto che una competizione itinerante così complessa spesso può causare stress e non lasciarti performare al meglio”.
I Mondiali. Pensiero fisso o troppo presto pensarci?
“Più che altro sono un obiettivo. Se dovessi scegliere tra VNL e Mondiali vorrei arrivare in fondo nel secondo torneo. Avremo un mese e mezzo per prepararci al meglio. Giochiamo nel nostro paese ed è un’occasione unica. Oltre a tutto ciò che deriva dall’emozione di giocare con un pubblico che ci conosce e tifa per noi”.
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