Quando uno sportivo trova la Mecca in Qatar

Di Stefano Benzi

Nella stagione che si è appena conclusa, qual è stata la squadra di maggior successo a livello mondiale? Acqua… Acqua… sono convinti che non vi ci avvicinate nemmeno un pochino. Tanto vale che ve lo dica io.

È l’Al Rayyan, formazione di Doha, Qatar, che lo scorso anno ha vinto la bellezza di sei trofei tra competizioni nazionali e internazionali. A credere nel progetto e accettare un’offerta davvero ricchissima è stato Milos Stevanovic, alzatore serbo che gioca in Qatar da sette anni e che la scorsa stagione ha deciso di passare dall’El Jaish all’Al Rayyan. Stevanovic ora ha un doppio passaporto e ha già risposto da tempo alla convocazione della nazionale del Qatar nel tentativo di farla crescere per accompagnarla ai campionati internazionali d’Asia.

Stevanovic, leader e cervello della squadra ha raccontato ai corrispondenti di World of Volley la sua esperienza tra gli emiri: “Avevo giocato un anno in Bulgaria, a Burgas e avevo già l’impegno sulla parola per una seconda stagione ma mentre stavo giocando i campionati militari con la maglia dell’El, Jeish i dirigenti mi offrirono cinque anni di contratto. Era un’offerta che non si poteva rifiutare: a contratto ultimato il club ha interrotto la sua attività e ci siamo ritrovati tutti liberi di trovare un’altra squadra, ecco perché ho scelto l’Al Rayyan”.

Sei trofei in un anno sono una enormità. Supercoppa Nazionale, Coppa Araba, Coppa federale, campionato e coppa Nazionale ed Emir Cup: “È staro un momento magico, siamo rimasti imbattuti per trentadue partite consecutive, non abbiamo mai perso una sola partita di campionato né in regular season né ai play off – dice Stevanovic – avevamo programmi ambiziosi all’inizio dell’anno ma certo non pensavamo di arrivare a fare così tanto. Il trofeo più sorprendente è stato senza dubbio la Coppa Araba, una vittoria storica per il Qatar”. La Coppa Araba riunisce tutti i paesi mediorientali, asiatici e africani di lingua araba. Tunisia ed Egitto l’hanno sempre fatta da padroni: quest’anno l’Al Rayyan è andato a vincere in Tunisia in finale per 3-0 sui padroni di casa dell’Esperance Tunisi. Solo un’altra squadra del Qatar è riuscita nell’impresa, l’El Arabi, nel 2003.

Il Qatar ha tanti, tanti soldi da investire e un pubblico che si sta facendo sempre più ampio. Nella fase finale del torneo, durante i play off c’è stata la ressa di giocatori europei che volevano guadagnare un bel po’ di soldi facilmente: quest’anno all’Al Rayyan, che ha già una squadra di prima grandezza, si è aggiunto nientemeno che Earvin Ngapeth chiamato per vincere l’Emir cup e le gare decisive del campionato: “Ho giocato con lui soltanto quattro partite ma ha dimostrato una capacità di adattamento e una qualità di gioco impressionante – dice Stevanovic di Ngapeth – diciamo che Ngapeth sta alla pallavolo come Messi sta al calcio. Pensavamo se la sarebbe presa calma e avrebbe gestito gli allenamenti in scioltezza: e invece no. Era un rullo compressore, ha reso tutto estremamente semplice”.

Stevanovic non vuole più tornare in Europa: “Il mio posto è qui, sono stato accolto in modo meraviglioso e non me ne potrei mai andare. Ho un contratto pluriennale e il progetto dopo la Coppa Araba di vincere anche la Coppa d’Asia con il mio club; poi penseremo anche a quella nazionale. Il Qatar sta investendo moltissimi soldi nello sport e non solo per via dei mondiali di calcio: hanno ottenuto una medaglia d’argento ai mondiali del 2015 con la pallamano. Le infrastrutture stanno crescendo in modo estremamente veloce così come gli impianti di allenamento o le cliniche completamente rivolte agli sportive: da alcuni anni qui opera la Aspetar che è un ospedale completamente dedicato agli aspetti del recupero fisico e psicologico da traumi sportivi, probabilmente la clinica migliore del mondo sotto questo aspetto”.

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