Pesaro, l’analisi di un incubo; la rabbia della copresidente Rossi: “Discriminazione per lo sport femminile, non esiste meritocrazia”

FOTO FILIPPO RUBIN / LVF

Di Redazione

Pesaro, battezzata “La città dello sport”, ha da poco perso la sua eccellenza pallavolistica a causa della mancanza di fondi; era l’unica squadra tra A1 e A2 senza uno sponsor della propria città.

Poche settimane fa era stato lanciato un grido d’aiuto da parte della società, rimasto inascoltato. Inevaso pure l’appello dei tifosi: ci si era affidati alla città, al tessuto istituzionale, alle figure di riferimento. «Ho capito non c’è terreno fertile per il volley, lo hanno riconosciuto tutti – lamenta, con realismo, la copresidentessa Barbara Rossi, come riportato dal Corriere AdriaticoSperavo in qualche azienda di fuori, ci hanno ribadito in Lega che eravamo gli unici tra A1 e A2 che non avevano nemmeno uno sponsor della città. Se riuscirò, porterò questo progetto altrove, qui non può avere sviluppo, ma parlo come individuo e non come società. Ognuno di noi farà le sue scelte. Ho sprecato cinque anni della mia vita, tanti mi avevano detto che avrei dovuto spostare il titolo da Pesaro, c’erano molte proposte e questo credo sia stato l’unico errore che ho fatto».

«Ho riscontrato – prosegue – una grandissima discriminazione tra sport maschili e femminili. Secondo me saremmo ritornati in alto, ma sono stanca di combattere contro un sistema che non riconosce meritocrazia e senso di giustizia. Cinque anni fa avevo la rabbia di dimostrare qualcosa. Non riparto da una B1, l’ho già fatto, cerco sfide nuove. Sul giovanile ci sono proposte di collaborazioni con altre città. Il dolore mi toglie il respiro, ma per carattere non mi faccio abbattere da niente».

Lo sconforto è comune con l’ultimo sponsor, MyCicero: «Abbiamo alzato le mani perché da soli non potevamo garantire uno sforzo cosi grande – ammette il titolare Giorgio FanesiVedevamo l’amministrazione assente e quindi era inutile continuare ad investire. Sono cose che fanno male all’immagine di tutti e lasciano un segno. Per noi sono stati tre anni bellissimi e i rapporti con staff e città restano ottimi. E’ mancata la parte che avrebbe dovuto legare il territorio, l’amministrazione mi ha deluso».

(Fonte: Corriere Adriatico)


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