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Brasile vincente in una partita che poteva dire molto in vista delle semifinali e che tutto sommato ha offerto due dati sostanziali: una gran quantità di ace e un gioco sostanzialmente povero e frammentario, condizionato dalle scelte iniziali conservative dei tecnici e dai continui cambi.
Il prevedibile fitto calendario di semifinali e finali impone infatti ai due allenatori una riflessione: gli Stati Uniti optano per un pesante turn over inserendo gli ex Vero Volley Shoji e Langlois, lasciando fuori Christenson, Anderson, Sander e Russell. Fuori anche il primo libero, Erik Shoji, con Watten in campo fin dall’inizio. Il Brasile invece riconferma William in regia dopo i disastrosi primi due set di Bruninho contro la Russia. Wallace si limita a pochi scambi, Lucas Loh si fa vedere a giri contati solo nel secondo e nel terzo. L’impressione è che nessuna delle due squadre – indipendentemente dall’esito dell’altro girone – voglia ammazzarsi di fatica. Il Brasile nel primo set fa qualcosa di più di e di meglio: sono Douglas (due ace) ed Evandro a fare la differenza. Sul turno di servizio del giocatore del Funvic Taubaté il Brasile incassa il break più significativo e costringono gli Stati Uniti a guardare da lontano. Gap massimo cinque punti: la Seleçao chiude al secondo set point 25-20.
Fronchowiak decide di forzare i ritmi e di provare a chiudere la partita raidamente, forte di ottime statistiche al servizio e in attacco: in pochi scambi il Brasile si porta sull’8-3 senza che gli Stati Uniti – che contro la Russia avevano impressionato per consistenza e lucidità – riescano mai a interpretare il gioco con efficacia. Ma è un dato di fatto: il lato debole degli USA è la panchina, con la Russia hanno giocato in sette senza mai nemmeno un cambio. E se metti in campo solo le seconde linee…. Beh, concedi un bel vantaggio. Il Brasile fa il vuoto arrivando sul 19-13 prima di subire un paio di ace e qualche punto evitabile. Ma la sensazione che non ci sia partita è evidente: Fronchowiak azzarda anche il rientro in campo di Bruno, in evidente affanno psicologico. La partita del giocatore Lube è davvero mediocre ma la differenza la fanno i servizi di Mauricio e Wallace oltre a un ottimo lavoro sotto rete sulle palle sporche. Il Brasile porta a casa anche la seconda frazione (25-18).
Pur senza giocare il suo volley migliore il Brasile galleggia senza alcuna difficoltà lungo una terza frazione che è di fatto quasi dominata anche per lo scarsissimo spirito competitivo espresso dagli Stati Uniti: William e Bruno continuano a cambiarsi il posto con una qualità di gioco sicuramente superiore da parte del primo. Un bel problema da gestire per Fronchowiak in vista della semifinale. Evandro, con 19 punti, conquista il ruolo di top scorer dimostrando di essere una certezza con Kadu che si esalta mettendo a terra dieci palloni su quindici. Brasile che passa primo in classifica con gli Stati Uniti secondi: nel girone atomico a restare ustionata è la Russia che dopo la Volleyball Nations League tutti decretavano superfavorita.
Brasile-Stati Uniti 3-0 (25-20, 25-18, 25-19)
Brasile: Bruno, Isac 2, Eder 6, Lucas Loh 6, William, Wallace 4, Thales (L), Mauricio 4, Douglas 6, Kadu 11, Evandro 19, Maique (L). Non entrati: Luiz Felipe, Lucas. Allenatore Marcelo Ricardo Fronchowiak.
Stati Uniti: Jendrik 9, K.Shoji 3, Mcdonnell 4, Patch 6, Langlois 9, Averill 7, Watten (L). Non entrati: Anderson, Sander, Russell, Christenson, Holt, Smith, E.Shoji (L). Allenatore John Speraw.
Arbitri: Jiang Liu (Cina), Wojciech Maroszek (Polonia).
Spettatori: Pala Alpitour Torino, 11500.
Durata Set: 28’, 28’, 27’. Total Time 1.23’.
Ace: 9-7
Muri: 4-7
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