Di Stefano Benzi
Chiunque lo conosca anche in modo superficiale può sicuramente testimoniare che una delle grandi qualità di Pieter Verhees è il cuore: una splendida persona di rara generosità. Per questo non mi sorprende che dietro una delle più faticose attività benefiche di questa estate che nasce ci sia proprio lui.
Lo scopo è onorare la mamma del suo amico Joris Vandel, in viaggio con lui, che sta combattendo con il cancro: il progetto era quello di raggiungere il Santuario di Compostela in bici con una serie di marce forzate. Ogni tappa uno sponsor, visibilità attraverso i social network e un blog appoggiato sulla piattaforma bloggen.be: Joristocompostela.
I ragazzi, Pieter con i suoi due fratelli e il vecchio amico Joris, si sono anche divertiti nonostante le difficoltà dell’impresa che ha già raggiunto fondi per cinquemila Euro: “Tutto è cominciato con il pensiero alla mamma di Joris e alla sua battaglia – racconta Pieter – abbiamo deciso di fare qualcosa che fosse utile, non tanto per raccogliere donazioni ma per sensibilizzare le persone. Mio fratello Wouter è un grande amico di questa famiglia che mi veniva a vedere spesso quando giocava il Belgio. È stata una questione estremamente persona, vogliamo che lo sia per tutti. Il messaggio è ‘può capitare a chiunque’ e nessuno può dichiararsi estraneo”.
Il viaggio porta il drappello dal Belgio a Santiago: “È nato tutto in modo molto semplice, con una cena e qualche birra e questo clima di affiatamento si è trasferito anche al viaggio. Posso garantire che anche se siamo sportivi professionisti non è uno scherzo: tappe di 85-90 chilometri sono lunghe, ma sotto un altro aspetto ho preso questa esperienza come una vacanza tra mici. Abbiamo dormito in piccole tende, solo in un paio di tappe ci siamo concessi un albergo. Abbiamo incontrato un sacco di gente divertente che ci veniva a cercare quando sapeva di noi attraverso i social. Noi eravamo qui per sostenere e accompagnare Joris che completerà il suo viaggio da solo”. I muscoli urlano e la nazionale belga chiama: “Il tempo di un po’ di recupero e sarò a disposizione; sono felice di avere prestato i miei muscoli per una buona causa”.
In Italia decine di migliaia di persone lottano silenziosamente e senza alcuna visibilità contro quello che una volta era definito il male incurabile… The big Key… Abbiamo appreso che di incurabile non c’è nulla e che anche la soglia dell’inguaribile è sempre più bassa e sottile.
Grazie a Pieter, ai suoi fratelli e a Joris per la grande dimostrazione di forza. Decine di migliaia di combattenti, oggi, si sentono ancora meno soli.
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