Il Presidente Sergio Mattarella scende in campo e stringe la mano agli azzurri

mattarella presdiente con malago’ giorgetti cattaneo bernardi italia – giappone volley i due capitani zaytsev e roma 09/09/18 foto fiorenzo galbiati

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È stato un weekend da incorniciare quello appena trascorso per la pallavolo italiana, con le nazionali femminili e maschili che hanno ottenuto dei successi importanti, come riportato nell’edizione odierna de 

«». Bruno Cattaneo, presidente della Federvolley, è legittimamente su di giri per la domenica da favola delle sue Nazionali: nell’ordine, le donne hanno vinto dopo 14 anni il prestigioso torneo di Montreux, significativo test premondiale, gli uomini hanno cominciato il loro Mondiale casalingo con il 3-0 centrato nel delirio del Foro Italico, l’Under 19 femminile si è laureata campione d’Europa per la settima volta. Un trionfo, insomma. Da record per lo sport di squadra italiano, anche per chi ormai da quasi 30 anni è abituato ai successi. Sono sempre gli ultimi a pesare di più, però. E la pallavolo è di nuovo molto ben piazzata: con uomini e donne, a livello assoluto e giovanile.

NAZIONALI MULTIETNICHE. L’Azzurra del momento, naturalmente, è quella che traina il movimento, vista domenica da 1.722.000 telespettatori e capace di conquistare dal vivo il più importante degli 11.170 del Foro: Sergio Mattarella. « – rivela Cattaneo -. ». Il presidente della Repubblica ha così stretto la mano anche a chi tra gli azzurri ha genitori russi (Zaytsev) e polacchi (Baranowicz) e a un cubano naturalizzato per matrimonio (Juantorena). Non è più una novità, è un valore aggiunto, ineludibile segno dei tempi.

Ancora più evidente nelle selezioni femminili. Prendete l’Italia di Mazzanti, che dal 29 sarà in Giappone per il suo Mondiale: tre titolari fisse si chiamano Malinov, Egonu e Sylla. Nate da bulgari, nigeriani e ivoriani, però a Bergamo, Cittadella e Palermo.

«», sottolinea Cattaneo. Sono 6 su 12: nate dal 2000 in poi, hanno radici in Brasile, Nigeria, Germania, Romania, Costa d’Avorio e Sud Sudan, però hanno sempre e solo giocato in Italia e sono il frutto di una selezione che è tra le eccellenze del nostro sport. Stregate dai manga giapponesi di Mila e Shiro, ma anche da modelli in carne e ossa da imitare: erano Piccinini, Lo Bianco, Cardullo; adesso sono anche Egonu, Malinov e, come no?, Zaytsev e Juantorena. Effetti di un circolo virtuoso che questi Mondiali casalinghi appena cominciati potrebbero amplificare. C’è la diretta Rai, c’è Mattarella primo tifoso, ci sono i «sold out» già annunciati a Firenze: da giovedì, contro il Belgio, serve però continuare a vincere.

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