SAINT-QUENTIN-EN-YVELINES (Parigi) – Tiger, la nazionale di volley, Molinari, l’Europa “bistrattata” e la Ryder Cup, quella francese e quella italiana che verrà. La nuova vita di Giampaolo Montali, direttore generale del progetto Ryder Cup 2022, non gli impedisce di guardare indietro, ai ricordi di ct del volley nei giorni in cui gli azzurri hanno riempito i palazzetti dei Mondiali.
“Non mi sono perso una partita dei Mondiali prima di venire qui in Francia. Pallavolo e golf si assomigliano, regna il fair play, il rispetto del compagno, sono ambienti puliti. Impari ad apprezzare le diversità, quando stai per cinque ore con qualcuno che è diverso da te”.
Come le sembra la Ryder Cup vista dalla Francia?
“Vedo cose bellissime, e altre che potremo migliorare a Roma. Lunedì incontrerò gli organizzatori francesi, ma il nostro obiettivo sin d’ora è fare meglio”.
In cosa l’Italia può superare Parigi?
“Sicuramente il golf club Marco Simone è a un passo dal centro di Roma, mentre qui siamo veramente lontani. Il board della coppa, in buona parte britannico, ci chiede di superare le 50mila presenze giornaliere. Mi sembra difficile, ma sono convinto che Roma possa attrarre molti più americani, qui sono solo il 15 % del totale del pubblico”.
La capitale sarà pronta?
“Dovrà esserlo e lo sarà. Avremo gli occhi del mondo addosso, negli Usa questa gara la vedono negli uffici di tutto il paese. Non abbiamo gli spazi che offrono gli americani, ma il Marco Simone è il club più adatto d’Italia a ospitare quest’affluenza. Già abbiamo cominciato i lavori e individuato le zone di sbarco delle navette, l’unico mezzo per raggiungere il torneo”.
Media britannici insinuano che l’Italia potrebbe perdere l’evento.
“Non se ne parla, abbiamo già speso un sacco di soldi. Il governo attraverso il sottosegretario Giorgetti ci appoggia totalmente. Alle istituzioni chiedo di collaborare con noi, perché ne va degli interessi dell’Italia”.
Impossibile avere i grandi giocatori americani all’Open d’Italia?
“Spendiamo 7 milioni di montepremi ogni anno. Sarebbe bello portare Tiger Woods, ma costa due milioni di ingaggio. Se qualcuno ci dà una mano…”.
Cosa può restare della Ryder italiana dopo che tutto sarà finito?
“Il nostro obiettivo è salire da 90 a 118mila tesserati nel 2027, ma io conto di centrarlo molto prima. Abbiamo dei progetti col Miur per portare il golf nelle scuole. I giovani devono capire quanti valori ci sono in questo sport. E quanto è bello vedere un continente bistrattato come l’Europa attuale, che qui gioca unito e magari vince”.
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