Di Roberto Zucca
Il condottiero di Padova è pronto a ripetere l’impresa. Per Dragan Travica è stato un anno ricco di soddisfazioni conquistate in una squadra, quella della Kioene, di cui è diventato il capitano e la bandiera, dando una nuova verve ad una società interessata all’esperienza del plurititolato regista per condurre i giovani talenti ad una maturità tecnica e pallavolistica:
“Sono molto felice perché è stato un anno trascorso finalmente con la serenità che cercavo da tempo. Padova è una società splendida per coloro che vogliono lavorare con impegno ed è soprattutto una società che riconosce il valore dell’impegno e del sacrificio”
Una squadra unita che ha concluso l’anno con quattro convocazioni in nazionale. Merito anche suo.
“No, è merito sicuramente degli atleti come Gigi Randazzo, Nelli, Balaso e Polo che hanno saputo cogliere l’opportunità di mettere in risalto le proprie qualità durante l’anno. Hanno lavorato con costanza per arrivare dove sono arrivati. Io penso di aver fatto il mio, dando il contributo che tutta la squadra meritava”.
Lei è ancora un esempio di grande maturità per il movimento. Capitani come lei creano spogliatoio e morale.
“Ho sempre pensato che il ruolo di capitano si debba accettare non per ricoprire una posizione di rilievo in squadra ma perché si ha voglia di dare un contributo di responsabilità e per il quale ci si deve sacrificare. L’ho sempre pensato anche quando giocavo in azzurro. A Berruto ho chiesto di anticipare il mio ingresso rispetto al periodo di vacanza proposta subito dopo l’anno russo. Credo che l’esempio da dare agli altri in questo ruolo sia un obbligo morale ed etico”.
Il suo ingaggio a Padova è stato un regalo che la Kioene ha voluto fare ai tifosi. Che anno riserverà Travica per il 2018/2019?
“Un anno in cui cambieremo qualcosa nel sestetto con l’arrivo di Torres che è un fortissimo opposto ad esempio. La squadra si è rinforzata in generale per affrontare un campionato che secondo me si sta trasformando, diventando ancora più complesso dal punto di vista dei sestetti e del gioco. Dovremo entrare in condizione da subito perché ci aspetta un campionato molto tosto”.
Prossimo impegno in agenda sarà il camp di suo padre a Porec?
“E anche di mamma Mara che sta supportando l’organizzazione come sempre! Dal ventiquattro giugno al sei luglio saranno due settimane bellissime. Non lo dico perché è un camp di famiglia praticamente, ma perché per i ragazzi è sempre un’esperienza interessante e importante”.
Sta seguendo la nazionale Travica?
“No, sto trascorrendo dei periodi all’estero e non guardo la tv in questi momenti di relax. Al massimo la sera quando capita faccio due tiri a beach per tenermi in forma”.
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