Wimbledon2018: i voti degli italiani

Un’edizione di Wimbledon andata in archivio fra partite spettacolari, la pioggia un tempo nemico principale del bel gioco in questi Championships praticamente assente, una pattuglia azzurra assai numerosa al maschile e ridotta all’osso nella sua versione femminile. Ora che il terzo Slam dell’anno è finito è tempo di dare i voti ai nostri giocatori, voti che va ribadito sono frutto di un’opinione personale e con cui si può ovviamente dissentire. Vi invito a esprimere pertanto i vostri giudizi su Wimbledon 2018, un Major dipinto di azzurro come non mai.

Camila Giorgi: voto 9. Camila era l’unica tennista italiana presente nel main draw e ci ha regalato un Wimbledon coi fiocchi. Sevastova al primo turno in 3 set, Brengle in 2 al 2T, un terzo turno complicato fra provocazioni disinnescate e vinto in rimonta contro la Siniakova, prima degli ottavi vinti con autorità contro la russa Makarova e dei quarti di finale giocati ad altissimo livello contro Serena Williams, portata al terzo set e praticamente ingiocabile al servizio. La Giorgi è più paziente, ha più variazioni sebbene il suo gioco resti sempre lo stesso e non lasci spazio a mezze misure: se questa non è una crescita personale e tennistica come la dobbiamo chiamare? I quarti di finale finalmente raggiunti in quello che è il suo Slam preferito e dove ha raccolto i risultati migliori in carriera: adesso la speranza è che da questi Championships la Giorgi possa spiccare definitivamente il volo, integra fisicamente e consapevole dei propri mezzi. Brava Camila.

Thomas Fabbiano: voto 8. Bravissimo il pugliese che dà una sterzata decisa a una stagione fin qui avara di soddisfazioni (ha raccolto meno di quello che il suo tennis avrebbe meritato…) con un terzo turno sull’erba di Wimbledon che lo rilancia in chiave top100 e non solo. Le qualificazioni superate brillantemente, l’indiano Bhambri al primo turno, il mostro sacro Stan Wawrinka al 2T dimostrando sangue freddo superando le insidie di un’interruzione per oscurità, prima di cedere all’arrembante greco Tsitsipas, vittorioso in 3 facili set. 5 partite vinte sono sicuramente un bel trampolino di (ri)lancio per Fabs.

Fabio Fognini: voto 7. 3T per il tennista ligure che sa un po’ di occasione persa: vittorie al primo turno contro il giapponese Daniel (4 set) e al secondo turno nel derby contro Bolelli (voto 6+, con la fortuna di essere ripescato da lucky loser e un ottimo primo turno vinto in 3 set contro il terraiolo Cuevas mettendo in mostra il meglio del proprio tennis che ben figura in tornei così importanti) ma una brutta sconfitta in 4 parziali con tantissime palle break mancate contro il ceco Vesely al terzo turno, un avversario assolutamente alla portata. Peccato perché agli ottavi ci sarebbe stato un match e una cornice affascinante contro lo spagnolo Nadal e un best ranking a portata di mano: con una preparazione accurata su erba piuttosto che esibizioni giocate il risultato sarebbe cambiato?

Matteo Berrettini: voto 7-: un bellissimo primo turno recuperato contro l’americano Jack Sock in 5 set e ricco di momenti tesi gestiti alla grande dal nostro (l’ex top10 ha discusso animatamente con l’angolo del romano) ma un secondo turno in cui il giovane italiano non è riuscito a macinare gioco, intrappolato nella tela delle geometrie del francese Simon. Ho la sensazione che Matteo debba ancora capire il suo reale valore sulle superfici veloci, un diamante grezzo che può diventare assai prezioso.
Andreas Seppi: voto 6.5. L’altoatesino sull’erba si trova a suo agio, con un tennis che si sposa bene con la rapidità della superficie e dove in passato ha ottenuto ottimi risultati: sebbene la condizione al momento non sia delle migliori, questo Wimbledon ha confermato il feeling di Seppi con il verde. Al primo turno una vittoria secondo pronostico contro l’australiano Smith mentre al secondo turno ha messo in difficoltà il futuro finalista Anderson, cedendo in 4 set e fallendo importanti occasioni nel terzo parziale: l’augurio è che Andreas recuperi dai piccoli problemi che lo perseguono da tanto tempo e che si possa divertire sul cemento americano.

Paolo Lorenzi: voto 6.5. Una buona vittoria all’esordio contro un Laslo Djere arrivato direttamente dalla terra battuta e soprattutto una bella partita giocata al 2T contro il francese Monfils, con il transalpino messo alle corde dal gioco dell’italiano per buona parte del match. Una bella iniezione di fiducia in vista dei prossimi appuntamenti, su una superficie a lui sicuramente più congeniale, l’amata terra battuta.

Stefano Travaglia: voto 6. Media ponderata fra il 7 per le quali superate e il 5 per un primo turno giocato non al massimo delle proprie potenzialità contro l’australiano Millman, vincente in 4 parziali. Steto deve recuperare energie e convinzione: ha i numeri e il tennis per arrivare a traguardi prestigiosi, magari sperando in una buona dose di fortuna (a livello di sorteggi nei vari tabelloni…), quella stessa fortuna che in passato gli ha voltato le spalle.

Marco Cecchinato: voto 5.5. Un avversario al primo turno difficile, fra i peggiori che potessero capitare al siciliano. Eppure contro l’australiano de Minaur il Ceck ha ben figurato, mancando però nei momenti topici del match e fallendo occasioni in un terzo parziale che avrebbero potuto indirizzare un match in ben altra direzione e che un top30 non può sbagliare. Dopo una campagna sul verde comunque positiva, adesso ritorna la terra battuta: il Ceck saprà essere quello del Roland Garros?

Lorenzo Sonego: voto 5+. Sconfitto al terzo turno delle quali ma ripescato, Sonego ha giocato un buon match al primo turno contro l’americano Fritz, giocatore che sull’erba può fare assai bene, con un tennis in parte ancora inespresso. Un best ranking raggiunto ma la sensazione che il miglior Sonego messo in mostra a inizio anno sia un pochino distante: il prosieguo della stagione su superfici rapide potrebbe ridarci quel tennista visto a Melbourne.

Alessandro Orecchio


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/

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