La chiamano rivoluzione, cantavano i Beatles, e qualcuno dice che sia un’evoluzione. Il primo Wimbledon senza nemmeno una delle prime dieci teste di serie ai quarti di finale del singolare femminile racconta un passaggio di tempo, disegna un’opportunità , prefigura quel che sarà . E in questo futuro incerto passa la grande sfida del circuito negli anni del post-Sharapova e soprattutto del post-Serena.
“Tutte meritiamo un posto nei quarti. Voi potete chiamarla una sorpresa, ma lo è solo sulla carta perché non mi stupisce che tutte possano giocare un gran tennis� ha detto Goerges, che non era mai arrivata fra le ultime otto in uno Slam. La Germania ha ritrovato per la prima volta due semifinaliste in un major dal 1993, con lei e Angelique Kerber, sempre almeno ai quarti negli anni pari a Wimbledon dal 2012. Sicura di restare in top 10, ha ritrovato libertà di pensiero e quella sicurezza che porta a rischiare senza lasciarsi trasportare dalla fretta.
Gioca senza paura, come Ostapenko quartofinalista in cinque degli ultimi sette tornei giocati, semifinalista senza perdere un set, liberata dal peso della responsabilità della difesa del titolo al Roland Garros. Così, in questo Wimbledon che si diverte a fotografare l’essenza del circuito, la vera sorpresa è ritrovare Serena Williams a due passi dalla storia, all’undicesima semifinale ai Championships. Solo al quarto torneo da mamma, si è persa i primi passi della figlia ma senza affrontare top 50 fino alla semifinale ha fatto valere la miglior percentuale di vittorie sull’erba nell’era Open. “Era uno degli obiettivi che mi ero data� ha raccontato, “ma quando poi succede pensi: wow, ce l’ho fatta sul serio. Penso che sia tutto un po’ una sorpresa per me�.
Negli ultimi cinque anni, si legge in un rapporto Nielsen del 2017 come riferisce la CNN, “Serena Williams ha sottolineato il suo status come una delle più grandi giocatrici di tutti i tempi. In questo periodo, l’interesse per il tennis negli Stati Uniti è cresciuto dal 24 al 36%�. Se da un lato il numero di telespettatori della WTA negli Usa è calato di quasi tre milioni tra l’autunno 2011 e l’estate 2017, il tennis femminile mostra un’interessante controtendenza rispetto alla gran parte delle 25 discipline osservate in uno studio Magna Global per lo Sports Business Journal. Tra il 2000 e il 2016, infatti, i dati Nielsen alla base della ricerca rivelano che, contrariamente al tennis maschile, al basket NBA, al baseball MLB, alle corse della NASCAR o al golf, l’età media dei telespettatori USA del circuito WTA è calata di otto anni, dai 63 ai 55. Resta però stabile al 6% la percentuale degli under 18.
Oggi, ha commentato il vice-presidente della divisione di analisi dell’audience di Magna Global, Mark Hughes, “c’è un interesse crescente per statistiche, highlights brevi, per tutto quanto si possa fruire in poco tempo. La disponibilità di informazioni ha naturalmente incanalato una parte degli spettatori più giovani lontano dalla tv�. La WTA, che ha lanciato la sua Media Unit con la produzione di 2000 match all’anno in streaming, grazie all’accordo pluriennale con Perform Group, ha previsto di raggiungere i 567 milioni di spettatori globali, con un aumento della viewership di quasi il 26% entro il 2020.
La composizione dei quarti di Wimbledon contiene il principale problema da affrontare per arrivarci, che però può rappresentare anche una parte consistente della soluzione. Nei suoi Principi, Alfred Marshall scriveva: �Non è quindi eccezione alla Legge [dell’utilità marginale decrescente] la considerazione per cui maggiore è la buona musica di cui un uomo fruisce, maggiore sarà il gusto che per esso riuscirà a sviluppare�. Vale anche per lo sport. Passo dopo passo, partita dopo partita, lo spettatore entra nei meccanismi del gioco, acquisisce esperienza e competenza sulle giocatrici, sulla diversità degli stili, sulle sottigliezze e le strategie, e può godere di più aspetti della partita di quanti ne riesca a cogliere chi guarda solo un match ogni tanto.
Il percorso che trasforma uno spettatore occasionale, o che si avvicina per la prima volta a uno sport, in un appassionato, segue le leggi dell’attrazione. Il primo contatto può avvenire anche per apprezzamenti sulle doti atletiche, fisiche o estetiche. Se il primo contatto funziona, e la visione si fa più regolare, la soddisfazione inizierà a derivare dalla bellezza del gesto tecnico, e dalla capacità di discernere la giocata fine a se stessa dal colpo spettacolare ma utile ai fini della strategia di gioco. Gli spettatori più esperti, poi, che mantengano o meno una passione per questa o quella giocatrice, ricercano nella visione gli aspetti tattici, i dettagli, i dati, una comprensione più completa e per certi versi più razionale delle dinamiche del gioco.
Ma soprattutto, alla base di tutto, lo spettatore che sceglie di guardare una partita di tennis in tv o dal vivo, deve volersi emozionare assistendo allo spettacolo. Perché milioni di rose, canta De Gregori, non profumano se non sono i tuoi fiori a fiorire. L’emozione, che è anche un moltiplicatore della percezione complessiva, permette di godere al massimo di tutti gli aspetti del gioco. Da questo punto di vista, le otto qualificate per i quarti di Wimbledon cosa rivelano dello stato del circuito WTA?
Se si analizza la distribuzione delle teste di serie nei quarti, la deviazione, ovvero la somma dei quadrati degli scarti dalla media, è la più bassa dal 2009. Allora, però, tra le migliori otto erano arrivate tutte le prime quattro teste di serie e cinque delle prime otto. In questi nove anni, la WTA ha guadagnato in profondità e ridotto la distanza fra l’altissimo livello (le top 5) e le altre. Il livello medio è più alto, il livello medio delle top player è più basso di una decina di anni fa.
L’imprevedibilità , l’incertezza sul risultato rappresenta la centralità del fascino dello sport. L’equilibrio competitivo è un valore di per sé, endogeno ad ogni disciplina sportiva. W.J.Topkis l’ha sintetizzato a proposito dei proprietari delle squadre di baseball, ma vale per tutti: “Se qualcuno mettesse insieme un gruppo di giocatori perfetti, chi pagherebbe per andarli a veder giocare contro le altre squadre?�.
Se tuttavia lasciamo da parte l’idea della perfezione e scendiamo a quello più concreto di giocatrici come Serena Williams, allora il discorso cambia. Gli olandesi che hanno guardato il suo primo turno contro Arantxa Rus o i bulgari che hanno assistito al secondo turno con Viktorija Tomova, erano alimentati da un certo inevitabile patriottismo, dalla speranza che per una volta il pesce piccolo potesse mangiare quello grande, e sicuramente dal richiamo di Serena. Così come nella Serie A italiana, i record di incassi stagionali di squadre come il Bologna o il Cagliari si registrano quando giocano in casa contro la Juventus, ovvero in una delle partite in cui le cosiddette piccole hanno la più bassa probabilità di vittoria.
Qui sta il vero nodo del circuito femminile, e in prospettiva dell’ATP dopo l’addio dei Fab Four. L’equilibrio competitivo è un valore nello sport e orienta di più i comportamenti dei telespettatori, rispetto alle decisioni dei tifosi che vanno a seguire l’evento dal vivo. È un fattore che stimola l’interesse in chi è già appassionato, ma non fa scattare il primo contatto, non basta ad avvicinare uno spettatore occasionale. Senza star che possano uscire dai confini degli appassionati e diventare personaggi mainstream, l’allargamento di pubblico non sarà così facile.
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