ROMA – L’Italia ha rialzato la testa. Fabio Fognini non è più solo. Da quest’anno gli fa compagnia in cima alla classifica anche Marco Cecchinato. Da lunedì i due tennisti italiani saranno numero 13 e numero 19 del ranking mondiale. Non succedeva dal 1979, gli anni di Adriano Panatta e Corrado Barazzutti, dei postumi dell’euforia della Davis 1976 vinta contro il Cile, di Panatta in trionfo a Roma e a Parigi, di Barazzutti in finale a Montecarlo contro Bjorn Borg. Il tennis azzurro per quarant’anni ha vissuto di nostalgia, oggi non ne ha più bisogno.
Fabio Fognini a 31 anni, dopo 14 anni passati a combattere contro il suo talento, gli arbitri, gli avversari e soprattutto sé stesso, dopo aver ammesso che quando dirà addio al campo si porterà con sé molti rimorsi e molti rimpianti, nel 2018 ha eguagliato il suo best ranking (raggiunto nel 2014) vincendo tre titoli: a San Paolo, Bastad, e Los Cabos. In Messico il ligure ha vinto il suo primo torneo sul cemento, battendo in finale Juan Martin Del Potro.
Marco Cecchinato un anno fa era fuori dai primi cento giocatori al mondo. A 25 anni le speranze per lui cominciavano a diventare più sottili, le aspettative al ribasso. La sua carriera sembrava un treno perso, un’occasione mancata. Il 2018 è stato l’anno della sua rinascita, con due tornei vinti, Umago e Budapest e la semifinale al Roland Garros persa contro Dominic Thiem dopo aver vinto una partita indimenticabile e perfetta contro Novak Djokovic. Non gli è mai piaciuto il cemento, ha imparato a giocare anche sopra questa superficie. Ieri, negli ottavi di finale del torneo di Shanghai, il giocatore serbo, numero 3 al mondo, si è preso la sua rivincita e ha battuto il palermitano 6-4 6-0.
Non importa, Cecchinato da lunedì entrerà per la prima volta tra i primi venti. All’inizio della stagione considerava un sogno guardare da vicino i primi 50 al mondo. Nella Race to London, la classifica che serve a indicare i giocatori in corsa per partecipare alle Atp Finals di Londra, il Master limitato ai migliori otto tennisti della stagione, Fognini è undicesimo, Cecchinato diciottesimo. L’Italia è la Nazione più rappresentata ai vertici della classifica insieme a Serbia (Djokovic e Coric), Argentina (Del Potro e Schwartzman) e Stati Uniti (Isner e Sock). Dietro di loro c’è vita. Le giovani promesse stanno crescendo, la Next Gen in Italia è finalmente arrivata. Tra i top 100, oltre a Fognini e Cecchinato ci sono anche Andreas Seppi (47), Matteo Berrettini (54) e Lorenzo Sonego (86). Meglio di così soltanto negli anni Settanta, lo scorso millennio. Finalmente il futuro è arrivato, il tennis non si guarda indietro ma in avanti.
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