In semifinale a Montecarlo contro Zverev, Nishikori ha voluto giocare molto spesso sulla diagonale del rovescio, nonostante sia la migliore anche per il tedesco (i due stavano giocando rispettivamente l’85% di rovescio Zverev e il 65% Nishikori). Qui Zverev gioca una palla corta vincente ma per uscire dalla pressione di Nishikori nello scambio.
Nishikori si è ritirato nuovamente durante il match a Barcellona contro Garcia-Lopez, ma successivamente ha mostrato una grande forma perdendo soltanto contro versioni tirate a lucido di Djokovic sia a Madrid che a Roma. La sua brillantezza, tuttavia, gli ha consentito nei quarti a Roma contro il serbo di colpire ben 2 palle su 3 (65%) in fase ascendente, cioè in anticipo, mentre Djokovic riusciva a farlo solo su una palla su 2 (51%), nonostante anche lui sia un mago dell’anticipo. Per questo e altri motivi, Nishikori al Roland Garros è nettamente favorito dalla sua parte di tabellone per arrivare agli ottavi (gli avversari più scomodi potrebbero essere Paire al secondo turno e Simon al terzo), dove a quel punto incontrerà uno tra l’astro nascente Tsitsipas (decisamente adatto alla terra battuta) o più probabilmente Thiem, giocandosi le sue chance quasi alla pari. Le occasioni per dare un senso di maggiore compiutezza alla sua carriera stanno arrivando e a quasi 29 anni è bene sfruttarle fino in fondo.
La stagione di Thiem sul rosso non è stata all’altezza di quella del 2017, dove l’austriaco si era issato al platonico titolo di numero 2 della terra battuta. Quest’anno Thiem ha perso contro Nadal solo a Montecarlo, ma ha ceduto contro Tsitsipas a Barcellona, contro Fognini a Roma e contro uno Zverev a cui, va detto, a Madrid era impossibile togliere il servizio. Ma già contro Rublëv a Montecarlo l’austriaco aveva mostrato poca lucidità e continuità, giocando solo back dalla parte del rovescio perché non riusciva a centrare il campo con il rovescio in top, e ha rischiato di perdere anche contro Coric a Madrid e al momento rischia di farlo anche contro Garcia-Lopez a Lione, con la partita sospesa sul punteggio di due tie-break a testa.
Fino a prova contraria, tuttavia, Thiem è l’unico giocatore che ha battuto Nadal in questo suo nuovo biennio di imbattibilità sulla terra. Contro lo spagnolo a Madrid ha giocato un match chirurgico con il dritto, sia carico in diagonale che di conclusione in lungolinea o a sventaglio. Quello che preoccupa di Thiem, semmai, non è la tenuta fisica sulla lunga distanza ma la lucidità mentale nel caricare sempre la palla sbracciando da una posizione così lontana dal campo. E a Parigi dovrà centrarsi presto perché ha un tabellone difficile: affronterà con ogni probabilità Tsitsipas al secondo turno, Nishikori agli ottavi e uno tra Wawrinka o Zverev ai quarti di finale. La strada per confermare la semifinale è molto dura, ma Nadal è dall’altra parte del tabellone: Thiem non vorrà giustamente porsi limiti fino alla finale, almeno per provare a ritornare stabilmente il numero 2 sulla terra o, perché no, battere nuovamente il numero 1.
In molti hanno sottolineato come la posizione di numero 3 del ranking ottenuta lo scorso anno da Zverev non fosse molto veritiera. Il tedesco, tuttavia, quest’anno l’ha certificata con una continuità che dovrebbe finalmente permettergli di superare la barriera degli ottavi in uno Slam, raggiunti soltanto lo scorso anno a Wimbledon. Sembra difficile che a Parigi possa perdere da Lajovic al secondo turno, più complicato invece l’eventuale scontro con Wawrinka agli ottavi (se avrà recuperato condizione psico-fisica), per mettere alla prova per la prima volta il tedesco come favorito in un match importante contro un campione vero, ma sarebbe duro anche l’eventuale derby tra giovanissimi contro Khachanov che sulla terra carica benissimo il suo dritto pesante.
Zverev ha sfruttato tutti i recenti cambiamenti dei paradigmi del gioco su terra battuta per consacrarla ormai definitivamente come superficie preferita. Sul terreno più lento il tedesco riesce a completare i movimenti abbastanza lenti e ampi di entrambi i fondamentali, ma al tempo stesso il suo servizio pesante e armonico gli ha consentito di tenere 65 turni di battuta consecutivi tra Madrid e Roma. Contro Nadal in finale a Roma, Zverev ha iniziato a cedere dopo la pausa per pioggia anche per la diminuzione di prime in campo, ma il tedesco ha messo in difficoltà lo spagnolo quando è riuscito a decontrarre ancora di più i movimenti, riuscendo a guadagnare campo progressivamente partendo dalla sua solita posizione arretrata. Zverev forse, insieme a Djokovic, è l’unico che può battere realmente Nadal a Parigi, visto che lo spagnolo da sempre soffre i grandi battitori. Mantenere quella costanza al servizio e con quella spinta nei match al meglio dei 5 set sulla terra, tuttavia, sarà impresa molto ardua o forse impossibile.
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