È andata in archivio un’edizione del Roland Garros storica per i colori azzurri, con un traguardo atteso da 40 anni e un movimento che in generale ha ben figurato. Ci sono stati grandi prestazioni ma non sono mancate anche le note dolenti. Ora che il secondo Slam è concluso è però tempo di voti.
Marco Cecchinato: voto 10 e lode. Non possiamo non partire dalla sorpresa più bella di questo Roland Garros: il Ceck si è rivelato al mondo del grande tennis, i più forti del passato lo hanno elogiato e lui è letteralmente esploso in due settimane. Una maturità e una consapevolezza nuove che lo hanno portato alla semifinale e alla top30: il tempo ci dirà se si è trattato di un exploit isolato o se questo nuovo Cecchinato dopo una bellissima primavera sul rosso europeo saprà dare seguito agli incredibili risultati conseguiti. Lo spavento del primo turno contro Copil con il siciliano abile a recuperare due set di svantaggio, la solidità al secondo turno contro Trungelliti, prima di regalarsi un’impresa dopo l’altra: Carreno Busta in 4 set al terzo turno, Goffin in 4 agli ottavi e Djokovic (sempre in 4) ai quarti, con il nostro abile a rispedire il tentativo del serbo di rimettere in piedi un match che il Ceck aveva indirizzato fortemente dalla sua parte con due primi set dal tennis perfetto. Il tie break del quarto set è stato il vero punto di svolta della carriera sportiva di Cecchinato: contro Thiem è arrivata una semifinale impensabile alla vigilia, con il tennista italiano che ha saputo mantenere un livello di tennis altissimo. Uscire a testa alta, riposare e provare a non rimanere solo sulla terra battuta dove comunque giocarsela con i migliori: la top20 è possibile, bisogna continuare a credere nel proprio tennis.
Fabio Fognini: voto 8.5. Due incontri facili (Andujar al primo turno, Elias Ymer al secondo), una battaglia in 5 contro Edmund al terzo e degli ottavi di finale che avrebbero potuto regalare un Fognini da best ranking. Il ligure ha lasciato scappare via l’avversario due set a zero, lo ha portato al quinto ma poi ha subito la forza del croato, perfettamente a suo agio sulla terra rossa. Poteva essere un grande Slam per Fabio, è stato comunque un buon torneo disputato. Adesso si deve continuare a spingere forte sull’acceleratore senza cadere nelle trappole delle scarse motivazioni: i sogni di gloria passano anche dai tornei minori, non hanno solo i colori Slam.
Matteo Berrettini: voto 8. Bum Bum Berrettini rappresenta il nostro futuro, un giocatore da power tennis adatto a superfici rapide ma che sa giocare bene anche sulla terra battuta. Otte al primo turno, un match da “grande” contro Gulbis al secondo e una resa onorevole contro Thiem al terzo turno, cui ha strappato anche un set. Abbiamo un diamante che non è più grezzo ma una bellissima realtà.
Thomas Fabbiano: voto 7. Un primo turno sudato ma comunque portato a casa contro l’australiano Ebden, una buona partenza contro Coric, cui ha comunque ceduto in 4 al secondo turno. L’italiano ha mostrato progressi sulla terra battuta in questo 2018, di certo la superficie a lui meno congeniale, in una stagione in cui troppe partite sono state perse da situazioni di vantaggio. Il prosieguo della stagione dovrebbe favorire Fabs passando a superfici rapide: intanto da Parigi si riparte con buone sensazioni.
Simone Bolelli: voto 6.5. Pescare il vincitore di 10 Roland Garros (poi diventati 11…) al primo turno non è sinonimo di fortuna, anche se la buona sorte ti ha già dato un bacio in fronte ripescandoti come lucky loser. Il Simone visto all’ultimo turno di quali è stato disarmante, quello contro lo spagnolo incredibilmente bello: tenere testa per larghi tratti del match al maiorchino sul rosso non è roba da tutti i giorni. La speranza è che Simone riparta proprio dalle ottime sensazioni vissute contro Rafa.
Paolo Lorenzi: voto 4.5. La condizione fisica non era ottimale e l’avversario al primo turno ha dimostrato di saper fare male anche sul rosso con la pesantezza dei propri colpi: contro il sudafricano Kevin Anderson è però arrivata una sconfitta netta e senza appello, in cui Paolino non ha potuto lottare come suo solito. Ci sarà un colpo di coda da parte di Lorenzi o siamo vicini al ritiro?
Andreas Seppi: voto 3. Spiace dare un voto tanto basso a un giocatore che negli Slam gioca sempre bene come Seppi. Purtroppo però, per sua stessa ammissione, contro Gasquet al primo turno è arrivata una delle peggiori partite giocate in carriera dall’altoatesino. Appannamento di forma evidente: basterà l’erba a rilanciare Andreas?
Camila Giorgi: voto 8-. Due vittorie facili per Camila al primo turno contro la Min e al secondo contro la Duque Marino: il voto è però alto soprattutto per il bellissimo ma sfortunato match giocato al terzo turno contro la Stephens, futura finalista del torneo. Peccato per le occasioni mancate con la Giorgi che ha servito per ben due volte nel parziale decisivo per portare a casa l’incontro, un match in cui non ha avuto nulla di meno di una top10 in forma smagliante come l’americana: sarebbe stato tutto un altro Roland Garros, un torneo da cui si deve partire però più consapevoli che mai dei propri mezzi e del proprio tennis, un tennis che può fare stare la Giorgi tranquillamente fra le grandi del circuito, magari limando sempre più i famigerati passaggi a vuoto.
Deborah Chiesa: voto 6.5. Significativo superare le quali per la conquista del primo main draw Slam, ma contro la Bencic ci sono state tante occasioni sprecate che gridano vendetta. Match point in cui è tremato il braccio e allora bisogna vedere Parigi come un punto di partenza che insegni molto, soprattutto a non commettere gli stessi errori ricordando che la Chiesa è classe ’96.
Francesca Schiavone: voto 5. Lady Roland Garros getta sempre l’anima in campo ma contro la Kuzmova è arrivata una sconfitta patita con due tie break che fa male: la grinta c’è ma il tennis per ovvi motivi non è più quello dei successi di un tempo. Encomiabile però la sua voglia di lottare e non mollare. Se Francesca è contenta noi non possiamo fare che godercela in campo e applaudire i suoi rovesci.
Sara Errani: voto 5.5. Prima della squalifica doping che fa tanto male, Sarita ha disputato la solita battaglia contro la Cornet. Una sconfitta che ci può stare, perché la francese è una che non molla mai e che in casa si esalta: se dobbiamo fermarci al campo, Sara ha avuto le sue occasioni ma l’avversaria ha giocato meglio nei momenti importanti, sfruttando soprattutto il solito servizio ballerino della Errani. Chissà quando e se la rivedremo adesso in un torneo dello Slam…
Alessandro Orecchio
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