Roger Federer e Rafa Nadal, due idoli che hanno fatto appassionare milioni di persone a questo magnifico sport. Una delle rivalità più sentite, più combattute, più avvincenti che il tennis ci abbia regalato negli ultimi 15 anni. 38 incontri dal 2004 ad oggi che hanno decretato la scalata di due grandi campioni nell’Olimpo del tennis mondiale. Per questo tra i due si è venuto a creare un rapporto di grande rispetto, e col tempo anche di amicizia, dopo anni di sana competizione. Sia Federer che Nadal hanno sempre sottolineato questo aspetto, che è l’essenza della sportività: una profonda rivalità, ma sempre condita dal rispetto e svuotata da ogni risentimento personale. Certo, qualche screzio tra i due c’è stato, davanti e fuori dallo spettro di luce delle telecamere: si pensi alla finale di Wimbledon 2008, quando Federer lamentava la lentezza con cui lo spagnolo si preparava al servizio. Tra l’altro, stiamo parlando di una delle gare più intense e spettacolari di sempre tra Federer e Nadal -quest’ultimo poi uscito vincitore dal prato verde. Ed è forse questa la molla che ha reso Nadal il grande campione che tutti conosciamo. Non per caso lo spagnolo, agli inizi della sua grandiosa carriera, riuscì ad operare un importante salto in avanti nel ranking, passando dalla trentunesima posizione per poi ritrovarsi numero 2 del mondo: al Master di Miami va in scena un altro capitolo della titanica lotta tra il campione svizzero e lo spagnolo, dove il primo riesce ad ottenere la vittoria, e il secondo viene riconosciuto da tutti come il nuovo talento del tennis mondiale.
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Lo stesso Rafael Nadal ha dichiarato in una recente intervista del valore che questa rivalità abbia avuto per lui, riconoscendo di essersi trovato di fronte un campione vero, dal quale si può solo imparare. Lo svizzero ha costituito una motivazione e uno stimolo importante per la crescita personale di Nadal:”Da quando è diventato il numero uno del mondo, lui è sempre migliorato. Anche dopo due anni era un giocatore migliore di prima. Penso sia risuscito a migliorare durante tutta la sua carriera. Questa è una cosa molto importante per me, qualcosa che devo fare anche io“. La capacità di migliorarsi costantemente senza avere mai la presunzione di aver raggiunto il proprio obbiettivo, ma di aver raggiunto solo un nuovo punto di partenza:”Se voglio essere qui per anni, devo sempre migliorare. Questa è la mia sensazione. Forse perdi un po’ di ispirazione da quando inizi. Quindi devi lavorare su altre cose; se perdi qualcosa da una parte, devi migliorare dall’altra” ha sostenuto il numero 1 della classifica ATP.
Nadal ha infine ricordato il momento del suo primo incontro ufficiale disputato a Wimbledon:”Ho giocato il torneo juniores all’età di 15 o 16 anni. Non ricordo bene. È stato fantastico per me arrivare lì. Giocare sull’erba è stata una sensazione incredibile. La prima volta che ci ho giocato, mi è piaciuta molto. Guardavo sempre il torneo in TV, quindi è stato un sogno giocarlo. Il primo ricordo è l’allenamento ad Aorangi Park con Francis. Mi sono allenato con lui; era l’allenatore di Feliciano Lopez in quel momento”.
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