La situazione ha un che di paradossale, con rapidi eventi che hanno portato a un panorama fino a pochi anni fa impensabile: c’era una volta una bellissima manifestazione tennistica a squadre, la più antica, la più avvincente, che ogni anno puntualmente regalava alla storia e agli appassionati della racchetta, match incredibili, maratone che in campo offrivano colpi spettacolari e agonismo mentre sugli spalti generavano adrenalina e ammirazione allo stato puro. La più bella versione del tennis a squadre, quella Coppa Davis dalla storia centenaria che adesso si appresta a vivere la sua ultima finale nella forma in cui l’abbiamo apprezzata in tutti questi anni: dal prossimo anno, è risaputo, cambierà tutto e ciò che era un “prodotto” unico del nostro tennis sparirà, per lasciar spazio a un tabellone calcistico con regole che stravolgeranno la vera essenza della manifestazione stessa.
I big hanno dato forfait in massa e salvo ripensamenti dell’ultimo momento non dovrebbe esserci alcun top player, fatta eccezione per Rafa Nadal che proverà a spingere l’evento made in Spain qualora la sua condizione fisica glielo permetterà (a fine anno lo spagnolo arriva sempre alquanto “malconcio”…). Senza i migliori la nuova Davis parte già in affanno ma c’è però adesso una novità nel calendario che potrebbe darle un ulteriore colpo di grazia: la ATP Cup. A gennaio 2020 dovrebbe debuttare infatti nel circuito un nuovo torneo riservato alle 24 nazioni con il miglior giocatore piazzato nel ranking e servirà come preparazione agli Australian Open. A ingolosire ancora di più i partecipanti i 15 milioni di dollari di montepremi e i 750 punti da assegnare ai vincitori, fattore che la differenzia e non poco dall’attuale Hopman Cup: l’idea sembra piacere ai migliori, i quali hanno già manifestato l’intenzione di esserci.
Personalmente non sono mai critico verso le novità e i cambiamenti ma ho paura che si tratti di un nuovo evento “show” che con l’agonismo in campo c’entri davvero poco, nonostante i tanti punti messi in palio. Per molti sono cambi frutto della guerra fratricida fra ITF e ATP, per me è solo il rischio di allontanarsi dal vero spirito tennistico, quello che si può ammirare benissimo in un ATP250 dal palmares più o meno importante, per andare nella direzione del marketing, degli spot pubblicitari e del guadagno da raggiungere a tutti i costi. So che sono le leggi del mercato e che un torneo di tennis è anche un evento mediatico, ma sono situazioni che al giorno d’oggi si stanno generando sovente e che mi lasciano una sensazione di amaro in bocca.
Come per la Davis targata Piqué valuteremo ciò che racconterà il campo anche nel caso della ATP Cup, la cosa certa è che la presenza dei grandi tennisti influirà notevolmente sul risultato.
Alessandro Orecchio
L'Italia si aggrappa a Jasmine Paolini nella semifinale di Billie Jean King Cup contro l'Ucraina. Sotto 1-0 dopo il primo…
Si è svolta ieri sera, giovedì 18 settembre, la presentazione ufficiale delle squadre giovanili di Pieve Volley e MO.RE Volley,…
Verona Volley comunica che nei giorni scorsi l’atleta Aidan Zingel si è sottoposto a un intervento pianificato di chiarificazione per…
Terza settimana di allenamento in fase di conclusione e momento di primi test per gli EnergyTime Spike Devils Campobasso. Il…
Se Charles Leclerc, nonostante la stagione, ci spera ancora nella vittoria nel weekend di Baku, quando senti parlare Lewis Hamilton,…
Le due azzurre campionesse del mondo Gaia Giovannini e Loveth Omoruyi sono rientrate a Vallefoglia e hanno incontrato la stampa…