Ogni genere di statistica presa in esame contiene al suo interno innumerevoli dati fuorvianti in fase di lettura ed interpretazione. Quando ci si ritrova infatti a manipolare tanti dati assieme, talora privi di correlazione, il rischio di prendere grossi abbagli è decisamente concreto. L’elaborato in questione nasce con l’obiettivo di ricavare indicazioni e spunti utili senza volersi in alcun modo professare depositari della verità assoluta. Porremo sotto la lente di ingrandimento lo stato di salute dei vari paesi, esamineremo le differenze nell’esplosione dei giovani millennials a seconda del sesso e analizzeremo la loro frequentazione più o meno assidua all’interno del circuito juniores. Il lavoro svolto è una semplice opera di ricerca in cui i millennials sono selezionati sulla base del loro ranking ATP/WTA aggiornato alla settimana in corso. Lo studio, che indaga inoltre sull’età, la nazionalità, la mano usata per impugnare la racchetta e il loro best ranking juniores, prende in considerazione 40 millennials totali, ovvero i migliori 20 ragazzi/ragazze con classifica ATP/WTA.
Dopo una prima occhiata fugace alla tabella WTA, il dominio dell’Ucraina in ambito femminile appare piuttosto netto. Figurano difatti tre giocatrici ucraine nelle prime 8 posizioni di questa speciale classifica: Dayana Yastremska, entrata in questo mese in top 100 e capace di issarsi lo scorso anno ai quarti di finale di Istanbul, Marta Kostyuk, piacevole scoperta a inizio anno con il terzo turno colto agli Australian Open (era numero 521 prima di Melbourne) e ora in assoluto la più forte 2002 del pianeta, e Katarina Zavatska, già vincitrice di 4 titoli ITF. L’impressione – ormai acclarata – è quella di un Paese in forte crescita con fondamenta solide già gettate per il futuro trainata dalla star di casa Elina Svitolina.
L’est Europa continua quindi a spadroneggiare – seppur senza l’apporto della Repubblica Ceca – accompagnata da paesi balcanici come Slovenia e Serbia, patria di Olga Danilovic, prima millennial nella storia a vincere un titolo WTA. Un altro prospetto da tener d’occhio, sebbene meno appariscente della figlia di “Sasha”, è la russa Anastasia Potapova, recente finalista nella River Cup di Mosca proprio contro la serba. Numeri alla mano possono sentirsi in una botte di ferro anche gli Stati Uniti, che accolgono nel loro roster ragazze di etnie e origini differenti (Amanda Anisimova, Claire Liu, Ann Li e Withney Osuigwe) e il continente asiatico (Xiyu Wang, Xinyu Wang, Moyuka Uchijima e En Shuo Liang) che conta 4 giocatrici nelle prime 20. Un altro dato che certifica una certa controtendenza rispetto al passato è l’assenza di giocatrici provenienti da paesi tradizionalmente “forti”: Francia, Gran Bretagna, Spagna, Germania, Italia e Repubblica Ceca. Le miglior italiana, malgrado non compaia nella tabella per circa una decina di posizioni, è la classe 2001 Elisabetta Cocciaretto, attualmente numero 731 delle classifiche mondiali.
CLASSIFICA NAZIONI CON PIU’ MILLENNIALS PRODOTTE
4: USA
3: UCRAINA
2: POLONIA, CINA
1: SERBIA, RUSSIA, GIAPPONE, LUSSEMBURGO, BIELORUSSIA, TAIPEI, AUSTRALIA, SLOVENIA, CANADA
10: EUROPA
10: RESTO DEL MONDO
La trafila juniores, eccezion fatta per la bielorussa Yuliya Hatouka (n°18) e la giapponese Moyuka Uchijima (n°20), è stata di assoluto rispetto per tutte le giocatrici prese in esame. Delle prime 10 giovani tenniste con miglior ranking WTA, infatti, solamente l’ucraina Katarina Zavatska non ha fatto il suo ingresso nella top 10 juniores sebbene si sia avvicinata a tale soglia. Questo va ad avvalorare quanto sostengono da tempo molti addetti ai lavori: essere stati forti a livello juniores è una condizione quasi imprescindibile per sfondare ai vertici del mondo pro ma non viceversa (arrivare al top nelle categorie giovanili non garantisce una carriera di spicco nel circuito maggiore). Premesso ciò, è doveroso tenere a mente che le eccezioni esistono e continueranno ad esistere ma che queste non rappresentino la “normalità” dei casi. Qualcosa, ad onor del vero, potrebbe in tal senso mutare non appena entrerà in vigore il Transition Tour.
In campo maschile lo specchio non riflette la stessa immagine del tennis in gonnella. Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia e Repubblica Ceca, al contrario di quanto visto in ambito femminile, dispongono di almeno un millennial fra i primi 20 al mondo. La Gran Bretagna in particolare conta ben 3 giovani emergenti di rilievo: Jack Draper, secondo 2001 più forte in circolazione dopo Chun Hsin Tseng, George Loffhagen, anch’egli classe 2001 alle spalle del connazionale di Sutton, e lo scozzese Aidan McHugh. La Francia, invece, rappresenta un’autentica eccezione rispetto al più consueto orientamento giovanile. I due ragazzi transalpini, infatti, si sono sin da subito calati nel mondo ITF senza impelagarsi oltremodo nel circuito juniores. Antoine Cornut Chauvinc, numero 593 del ranking ATP, figura nella top dei millennials senza aver giocato con assiduità tornei under 18: due tornei disputati soltanto in stagione, nei quali ha raggiunto sempre gli ottavi di finale (Roland Garros e Us Open, ndr). L’altro prospetto francese, Jaime Floyd Angele, ha anch’egli snobbato il circuito juniores non riportando alcun piazzamento di rilievo. A dominare la scena, troviamo il Canada con il predestinato e precoce Felix Auger-Aliassime, unico top 200 ATP con all’attivo tre titoli Challenger. Un Paese che tanto ha investito nel corso dell’ultimo decennio e che vanta fra l’altro anche il miglior 1999 del mondo (Denis Shapovalov, ndr). Alle spalle di Auger-Aliassime, il tedesco Rudolf Molleker, cresciuto dall’età di 3 anni a Berlino ma nativo di Sewerodonesk (Ucraina), e lo spagnolo Nicola Kuhn, nato in Austria da padre tedesco e madre russa. Curiosamente sia Auger-Aliassime che il taiwanese Chun Hsin Tseng – rispettivamente i più forti tennisti classe 2000 e 2001 – sono nati l’8 agosto esattamente come Roger Federer. Il Brasile continua a sfornare ottimi talenti da 10 anni a questa parte senza però che questi riescano ad imporsi nel mondo professionistico. In tal senso, Thiago Seyboth Wild, vincitore degli ultimi Us Open in finale sul nostro Lorenzo Musetti, potrebbe finalmente invertire tale rotta e sfatare la maledizione. In ambito azzurro grandi aspettative sono risposte su Jannik Sinner, unico italiano nella top 20 e già da qualche mese stabilitosi sui campi del nuovissimo Piatti Tennis Center, Lorenzo Musetti (il 2002 più in alto in classifica juniores sebbene ancora a secco di vittorie nei Futures), Giulio Zeppieri e Luca Nardi. Quest’ultimo, miglior classe 2003 classifica alla mano assieme allo spagnolo Carlos Alcaraz Garfia nel ranking ATP, ha raggiunto sorprendentemente lo scorso giugno i quarti di finale nel Future di Sassuolo mentre Zeppieri, che ha ben figurato recentemente agli Us Open juniores, si sta trovando sempre più a suo agio opposto a giocatori più navigati nelle manifestazioni Futures.
CLASSIFICA CON PIU’ MILLENNIALS PRODOTTI
3: GRAN BRETAGNA
2: BRASILE, FRANCIA, RUSSIA
1: CANADA, ITALIA, USA, UCRAINA, OLANDA, REPUBBLICA CECA, ISRAELE, SPAGNA, SERBIA, TAIPEI, GERMANIA
15: EUROPA
5: RESTO DEL MONDO
Un po’ come visto precedentemente, anche fra gli uomini – seppur in maniera meno marcata – traspare l’importanza del circuito juniores come trampolino di lancio verso il professionismo. Dei primi 10 millennials attuali in classifica ATP, soltanto Alen Avidzba (best ranking al numero 16) e Antoine Cornut Chauvinc (numero 254 a partire da questa settimana) non hanno collezionato risultati di prim’ordine nell’attività giovanile. Come esposto precedentemente, ribadiamo nuovamente che il Transition Tour potrebbe in qualche misura portare a qualche cambiamento sotto quest’aspetto.
Comparando le due tabelle si evince inoltre piuttosto chiaramente come le donne progrediscano e sviluppino prima una propria identità di gioco rispetto agli uomini. La millennial numero 20 (Moyuka Uchijima, n°393 WTA) sarebbe al quarto posto nella classifica maschile (Chun Hsin Tseng n°440). In tale considerazione si potrebbe altresì porre l’accento sulla maggiore competitività del circuito ATP rispetto a quello WTA? Questi dati bastano per poter affermare che il ricambio generazionale nel tennis femminile sia già in atto da tempo mentre fra gli uomini stia procedendo a rilento? La mia personale e confutabile verità a mio avviso risiede esattamente nel mezzo.
Luca Fiorino
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