Il caso Serena Williams: non è solo colpa tua

Quello che è successo durante la finale femminile degli ultimi Us Open ha sollevato un polverone mediatico che, giorno dopo giorno, invece di affievolirsi, va acquistando sempre più forza: giornalisti, politici, esponenti del mondo dello spettacolo, “semplici” appassionati…praticamente chiunque conosca Serena Williams ha espresso nelle ultime ore un’opinione. La polemica ha superato ovviamente i confini nazionali: se i mezzi di comunicazione europei hanno quasi in toto condannato le frasi e i modi della Williams, le cose cambiano negli Stati Uniti d’America, dove l’opinione è combattuta fra il condannare una delle proprie eroine sportive o esaltare il suo operato, trasformando il tutto in una lotta a favore delle donne.

La storia è arcinota: tripla sanzione, per coaching, racquet abuse e verbal abuse, con il tutto che arriva velocemente a Serena che dà all’arbitro del ladro e del sessista tirando in ballo sua figlia. La Williams ha a sicuramente sbagliato nella forma, dicendo cose gravi e rubando (anche nella sconfitta) la scena alla sua avversaria: eppure, con un abile gioco di prestigio è riuscita a trovare un’insperata scappatoia. Serena in poche ore è diventata una paladina dei diritti delle donne, portavoce di un movimento tennistico al femminile che rivendica gli stessi diritti dei colleghi uomini: è assurdo il tragitto per arrivare a tutto questo, ma sinceramente…esiste qualcuno che possa dire che nel tennis non esistano disparità di trattamento fra uomini e donne? Come dire…ne sto uscendo con le ossa rotte ma monto immediatamente in cima a un nuovo cavallo vincitore. Trovo così esagerati tutti quelli che parlano di immagine rovinata per sempre e di caduta di stile che resterà fissa nella mente dei tifosi: nello sport si dimenticano presto le cadute, soprattutto se arrivano nuove vittorie. E in tutto questo Serena ha trovato una nuova battaglia da combattere.
Nel frattempo sono scesi in campo nomi importanti a difendere la statunitense: Billie Jean King, vera pioniera del femminismo statunitense nello sport ha appoggiato la Williams affermando con sdegno che “quando una donna si emoziona per molti è isterica”, ma anche colleghe quali la Azarenka, Mladenovic, Flavia Pennetta, campioni del passato come Mats Wilander hanno espresso parole di sostegno, con il CEO della WTA che condivide la teoria sessista di Serena mentre ovviamente l’ITF tutela l’arbitro della finale, quel Ramos che a mio modo di vedere ha calcato la mano in situazioni che altre volte ha lasciato scorrere secondo i dettami del campo. E tanti messaggi (più o meno social) continuano ad arrivare pro Serena.
A dare nuova linfa alla teoria della Williams è arrivata una nuova polemica riguardo una vignetta di pessimo gusto pubblicata sull’Herald Sun, un disegno dove Serena è rappresentata come una muscolosa e poco aggraziata afroamericana che vuole la sua vittoria e distrugge ciò che trova vicino. Una vignetta che non fa certo onore a chi l’ha disegnata ma anche a chi l’ha pubblicata: siete ancora sicuri che non esista alcuna forma di discriminazione?

Alessandro Orecchio


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/

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