Il 2018 di Camila Giorgi: una stagione da 8 pieno

A inizio 2018 attorno a Camila Giorgi ruotavano aspettative ma anche timori: nessun dubbio sulle potenzialità della marchigiana ma non erano certo pochi quelli che pensavano a una nuova stagione con poche gioie e tante occasioni mancate, senza quella quadratura del cerchio (tennistico) invocata ma invano attesa nel tempo. Il sottoscritto aveva previsto e auspicato un rientro in top50: sarebbe stato un ottimo risultato ma Camila è andata oltre facendo molto meglio, ritoccando best ranking (numero 26 della classifica WTA a fine anno) e mettendo in bacheca il secondo trofeo di una carriera in cui le vittorie nel circuito potevano essere molte di più.

Un anno da 59 partite giocate in totale, e questo è il primo dato interessante e assolutamente positivo: solo nel 2012 la Giorgi ha giocato un numero maggiore di match, 63 per l’esattezza. Uno score da 39 W a fronte di 20 L, ripartite in 15/10 su cemento outdoor, 10/5 su terra battuta, 8/1 indoor e 6/4 su erba, la superficie dove è arrivata la soddisfazione più importante dell’anno.
Camila inizia l’anno male con il 1T di Shenzen, prima di trasferirsi in Australia e regalarsi le prime soddisfazioni: a Sydney non solo supera le quali ma arriva in semifinale battendo fra le altre Stephens, Kvitova e Aga Radwanska, prima di cedere alla Kerber. A Melbourne gioca bene ma con rimpianti cede al secondo turno in 3 set alla beniamina locale Barty: peccato, si poteva fare il colpaccio.
Dubai e Miami sono due note dolenti, con un ritiro al 2TQ e una sconfitta al primo turno contro la Vekic in Florida: sempre negli Stati Uniti ritrova il feeling con la vittoria, spingendosi fino al terzo turno sulla terra verde di Charlestone, dove cede a una Madison Keys on fire. Si torna in Europa e le prestazioni salgono di livello: quarti di finale sul rosso di Lugano (L contro Sabalenka) e semifinale su quella di Praga (L contro Buzarnescu), in un torneo che sempre gli regala buone sensazioni e buoni risultati.
I dissapori con la Fit toccano il suo apice quando Camila è costretta a giocare (e perdere) le quali al Foro Italico: in questo punto di non ritorno probabilmente si capisce quanto realmente la Giorgi possa fare del bene al tennis italiano femminile e si gettano le basi per la giusta riconciliazione.
Ancora rimpianti al Roland Garros dove va a servire per la vittoria al terzo turno contro Sloane Stephens prima di cedere la battuta e lasciare il passo alla futura finalista: sarebbe stato un successo prestigioso ma purtroppo il tennis è uno sport di nervi e davanti al traguardo spesso…ci si ferma.
La stagione sull’erba le regala il risultato tanto atteso: Nottingham, Birmingham ed Eastbourne non promettono bene (1T, quali non superate e 2T) ma a Wimbledon arriva l’exploit con i quarti di finale, risultato storico sull’erba inglese. Ai Championships arrivano vittorie contro Sevastova, Brengle, Siniakova (match thrilling), Makarova prima di sbattere contro il muro di Serena Williams ai quarti di finale, messa comunque alle corde per un set e mezzo, con un tennis giocato di altissimo livello. È questa la Giorgi che vorremmo sempre: concentrata, senza strafare da fondo e attenta al servizio.
A Cincinnati e New Haven deve passare per le quali e si ferma al secondo turno, risultato ripetuto anche a New York, dove a estrometterla è Venus Williams: con lo Slam americano si chiude una stagione Major dove la Giorgi ha sempre combattuto, venduto cara la pelle e agguantato il grande risultato.

Gli ultimi tornei della stagione regalano la semi a Tokyo (W contro Wozniacki e L contro Osaka), il passo falso di Wuhan con la sconfitta all’esordio contro Krunic e la vittoria a Linz, dove con autorità si regala il secondo trofeo della carriera battendo Gasparyan nei quarti e Alexandrova in finale.
Nel 2019 si deve provare a fare ancora meglio e i traguardi sono ovvii: la top20, un nuovo exploit Slam e un anno da giocare senza noie e stop fisici, recuperando anche la gioia della maglia azzurra. Finalmente senza le quali da giocare e senza perdere energie preziose per strada, la Giorgi può davvero puntare in alto.

Alessandro Orecchio


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/

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