Non poteva esserci torneo migliore per rientrare nel circuito, testare la propria condizione e zittire i malpensanti che parlavano a sproposito di ritiro, perché tale opzione non è mai stata presa in considerazione: Andy Murray ritorna a disputare un match ufficiale dopo un’eternità e lo fa al Queen’s, evento che ha un posto speciale nel cuore dello scozzese e che ha vinto, vale bene ricordarlo, per ben 5 volte.
Mancava Murray, mancava parecchio in un circuito ATP che sta vivendo una complicata fase di transizione, fra “vecchio” che luccica in una maniera accecante e “nuovo” che ancora non brilla abbastanza: numero 1 del ranking, 3 Slam vinti, 2 Wimbledon, 45 tornei vinti in totale, ATP Finals, 2 ori olimpici, Coppa Davis in bacheca, per un giocatore che troppe volte ha combattuto con gli infortuni ma che ha sempre rialzato la testa da campione assoluto qual è. E a rialzare la testa, Murray ci proverà ancora una volta, proprio partendo dal Queen’s.
Il match del suo rientro contro l’australiano Nick Kyrgios nel frattempo ha fornito importanti indicazioni, anche se va valutato con attenzione e senza facili trionfalismi: la condizione di Murray è ovviamente ancora deficitaria, un work in progress che comunque rappresenta una buona base da cui ripartire. L’avversario affrontato sta attraversando di contro un buon periodo: rientrato da un infortunio che ne ha compromesso la stagione sul rosso, Kyrgios si sta ritrovando proprio sull’erba e dopo un buon torneo disputato a Stoccarda dove ha impensierito Federer in semi, adesso si presenta all’appuntamento londinese come uno dei favoriti alla vittoria finale. Sono sicuro che, data anche l’amicizia che lega i due giocatori nel circuito, il buon Nick non abbia spinto al massimo nella partita contro Andy: perdere comunque in 3 set contro questo Kyrgios essendo al rientro è un risultato che in ogni caso può starci e va archiviato come nota positiva.
Chi lo ha visto allenarsi in questi giorni ha notato un Murray finalmente a posto fisicamente, senza paura di spingere e con una buona mobilità negli spostamenti laterali: ovviamente non potrà essere considerato uno dei favoriti per il prossimo torneo di Wimbledon (nonostante nel tennis le sorprese non manchino mai…) ma questo comeback rappresenta una delle notizie più belle di questo 2018 tennistico. Non resta che incrociare le dita e sperare che il fisico non lo metta di nuovo nei guai.
Alessandro Orecchio
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