Vespa elettrica, la prova su strada: facile, leggera e silenziosa

Dici Vespa e sorridi, solo a pensarla. Guidi Vespa oggi e l’allegria si trasforma in stupore, nel silenzio di un viaggio elettrico che la proietta nel futuro già presente, dimensione sconosciuta per il re degli scooter, l’ideale punto di arrivo di un’icona che attraversa le epoche riuscendo a rimanere sempre sè stessa. Del resto, un mito senza età non può, non deve cambiare. Si evolve, perchè non può farne a meno, perchè il tempo passa, impossibile da fermare, da sempre, figuriamoci con l’accelerazione costante e incontrollabile di oggi. Come un flusso di corrente, appunto.

SIMBOLO. Il mito senza tempo, il simbolo dell’Italia borghese, della rinascita dopo la guerra e, insieme alla 500, del boom economico dei ‘60 continua il suo viaggio con qualche ritocco di sostanza e un profondo maquillage, figlio dei tempi, tecnologico, rimanendo comunque profondamente ed essenzialmente quello che è sempre stata in tutto il mondo: Vespa. Quella “motocicletta a complesso razionale di organi ed elementi con telaio combinato con parafanghi e cofano ricoprenti tutta la parte meccanica” come recitava il brevetto consegnato da Enrico Piaggio il 23 aprile del 1946 all’Ufficio Centrale brevetti per invenzioni modelli e marchi di Firenze. Chissà cosa penserebbero oggi lui e Corradino d’Ascanio, l’inventore di Vespa (che aveva già ideato l’elicottero…) – dopo 72 anni e 19 milioni di pezzi venduti nel globo – nel vedere la loro creatura infilarsi nel traffico di Milano priva di quel simpatico borbottio del motore che la faceva identificare a distanza.

IL TEST. Resteremo col dubbio del loro pensiero e con la certezza di quello che abbiamo avuto la fortuna di provare noi. Ora non c’è nessuna leva laterale da “scalciare” per avviarla. Si gira la chiave, si spingono due tasti, compare una scritta verde sul cruscottino, pardon display multimediale TFT da 4,3 pollici dove già si possono vedere le notifiche degli sms e presto quelle di facebook e istagram… e si può partire. Prima però, si deve scegliere tra due modalità di guida Eco o Power (oltre Reverse per la retromarcia), con la prima che non fa andare la Vespa oltre i 30 km/h per risparmiare la carica. Ora, non esageriamo: mai stato un motoclista, ma i 50 km/h dovrei reggerli. Esagero e giro la manopola del gas, oddio, si chiama acceleratore elettronico Ride By Wire e si parte. In effetti, la Vespa grigio metallizzate con bordi bluette scatta che nemmeno alla partenza di un gran premio. Eppure, ci spiegano, è stata anche dosata elettronicamente per evitare che i 200 Nm di coppia arrivino tutti insieme con relativi massacri ai semafori. Vespa elettrica è un 50 cc puro, per omologazione, ma si comporta quasi come un 100 cc grazie al motore che viaggia costante a 4,6 cv con picchi a 5,4Il percorso in una Milano tirata a lucido, pulita, è interessante e vario, ma nemmeno troppo facile per chi non è abituato a districarsi nel traffico cittadino, binari del tram e pavimentazione lastricata a parte. Ma riusciamo a sopravvivere perchè a Milano non ci sono le buche di Roma e guidare la Vespa elettrica è facile anche per un’integralista delle macchine. La Vespa è agile, davvero leggera da condurre, grazie ad un peso aumentato di appena 10-15 chili nonostante solo la batteria ne pesi 25. Rigorosamente sistemata nel sottosella, ma senza togliere spazio al casco grazie all’escamotage di ridurre a 11 i pollici della dimensione della gomma posteriore, mentre quella anteriore è di 12”. Per cui atterriamo illesi con lo stupore ancora negli occhi.

I NUMERI. La Vespa elettrica è lunga 1,870 metri e larga 735 mm con un passo di 1,35 metri. Il motore Piaggio brushless ha un sistema di recupero dell’energia, il KERS (come in F.1, fatte le debite proporzioni). È dotata di una batteria Piaggio agli ioni di Litio da 4,2 kWh, celle LG Chem con caricabatterie integrato e sistemato nel sottosella – come già detto – che si ricarica in 4 ore attaccando il filo di ricarica in una normale presa elettrica con tensione 220 V oppure a una delle colonnine diffuse sul territorio. L’autonomia dichiarata è di 100 km con una carica. Motore e batteria non hanno bisogno di alcuna manutenzione e la Piaggio garantisce la massima efficienza della batteria per 1.000 cicli di ricarica completi, cioè una percorrenza di 50-70.000 km, circa 10 anni. Esauriti i 1.000 cicli comunque la batteria conserva l’80% della sua capacità. L’autonomia raddoppierà a 200 km nel 2019 con Vespa elettrica X, che aggiungerà al motore elettrico un piccolo motore endotermico a quattro tempi e serbatoio da 3 litri. In elettrico viaggerà per 50 km, il generatore ne garantirà altri 150 km. La personalizzazione di Vespa elettrica è totale. Sei le varianti cromatiche per tutti i piccoli grandi dettagli: azzurro elettrico, verde boreale, giallo lampo, cromo, nero profondo e grigio fumo. In tema di accessori ci sono bauletto, schienalino (anche in pelle), parabrezza, cupolino, portapacchi anteriore e posteriore cromati, casco Jet Tech dedicato e anche il Vespa BVJ Special Edition Vespa Elettrica, zaino con piping LED, antifurto elettrionico o meccanico. Come formula di acquisto alternativo c’è quello rateale sino a 72 mesi, con canone mensile di 99 euro e prima rata a 90 giorni dall’acquisto.

TENDENZA. Non abbiamo avuto modo di verificare se sono reali i 100 km di autonomia dichiarati con un “pieno” di energia elettrica, probabilmente si avvicina più ad un range tra 80 e 90. Ma in città, al giorno, se ne fanno molti meno. Discorso a parte per il prezzo, che non è basso come tutto ciò che viaggia a corrente. Alla fine, però, a 6.390 euro si prende il top della “fighitudine”, il massimo della tendenza che poi costa come la Vespa GTS 300, il top di gamma, fino a oggi. Vedrete, Vespa elettrica farà sfracelli ovunque, come sempre. E il mito, l’icona e il simbolo dell’Italia ringraziano, insieme al patron Colaninno.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/motori

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