La vendita di Magneti Marelli al gruppo giapponese Calsonic Kansei per 6,2 miliardi di euro porterà agli azionisti di Fca un dividendo straordinario di 2 miliardi di euro e, a partire dalla primavera del 2019, un dividendo annuale ordinario nella misura del 20% degli utili. La notizia arriva dal consiglio di amministrazione che approva a Londra, sotto la presidenza di John Elkann, i conti del terzo trimestre, il primo interamente a firma Mike Manley, nominato amministratore delegato a fine luglio dopo il tragico epilogo della malattia di Sergio Marchionne, in quei giorni ormai in fin di vita. Il periodo si chiude con un utile netto adjusted di 1,396 miliardi di euro, in crescita del 51% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. L’utile netto è pari a 564 milioni di euro, -38% a causa dei 700 milioni accantonati per le problematiche del Diesel negli Stati Uniti. A Piazza Affari il titolo FCA soffre e chiude con un calo del 3,2%.
NIENTE ALLEANZE. L’altra notizia, chissà quanto attendibile, al di là delle parole “obbligate” da parte di Manley è che nessuna alleanza è all’orizzonte, FCA andrà avanti da sola. “Siamo più forti del passato. Possiamo realizzare il nostro piano industriale da indipendenti”, risponde Manley a un analista durante la conference call sui risultati del trimestre. Manley parla anche delle attività europee, dopo il calo delle immatricolazioni a ottobre: “Mi aspetto un significativo aumento delle vendite in Emea, credo che già nel quarto trimestre dell’anno potremo migliorare i nostri margini nell’area. Questo grazie alla nomina di Pietro Gorlier alla guida. Ha una storia di successo con i risultati raggiunti durante la gestione di Magneti Marelli e Mopar ed è già al lavoro nel suo nuovo ruolo”. Quanto a Maserati, in difficoltà in Cina e in Europa, secondo Manley “ci saranno in futuro significativi miglioramenti anche grazie a una strategia focalizzata sul brand. I segnali di ripresa arriveranno nella seconda metà del 2019“.
I NUMERI. Fca chiude il terzo trimestre con un ebit adjusted di 2 miliardi di euro, in rialzo del 13% (+16% a parità di cambi di conversione) e con ricavi netti pari a 28,8 miliardi di euro, con un aumento del 9% (+11% a parità di cambi di conversione) per la crescita delle consegne e il positivo effetto prezzi e mix. Le consegne globali complessive sono pari a 1.160.000 veicoli, in rialzo del 3% principalmente grazie alla crescita in Nafta e America Latina, che è stata in parte compensata da Asia ed Emea. Confermati gli obiettivi per il 2018: ricavi netti tra 115 e 118 miliardi di euro, ebit adjusted tra 7,5 e 8, utile netto adjusted di 5 miliardi, liquidità netta industriale a 1,5 e 2 miliardi (era prevista a 3 miliardi). In agenda per i vertici di Fca c’è ora l’incontro del 29 novembre (il 30 con la Fiom) sugli investimenti per gli stabilimenti italiani, a partire da Pomigliano e Mirafiori, dove è più forte il ricorso agli ammortizzatori sociali.
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