Kimi Raikkonen si è raccontato in una lunga intervista a Roberto Chinchero per Motorsport.com durante il weekend statunitense che poi lo ha visto trionfare. Nella chiacchierata il finlandese ha toccato diversi punti interessanti, sia riguardo la sua carriera, sia riguardo il momento che sta vivendo la Formula 1.
Tra tutti gli argomenti trattati, era inevitabile quel del suo compagno di squadra Sebastian Vettel, che sembra essersi spento in questa seconda parte di stagione: “Non so se abbia fatto molti errori. In Germania è uscito, è vero, ma le condizioni erano davvero molto difficili, e francamente non so quale impatto possa avere avuto questo episodio sul bilancio finale della sua stagione. C’è sempre gente che punta il dito qua e là dicendo ‘ecco perché!’. Se vuoi puntare il dito su qualcuno, ci sono milioni di cose che si possono tirare in ballo: ‘ah, se avesse fatto così il risultato sarebbe ottimo!’, ma a posteriori è molto facile dire cosa si doveva fare”.
All’inizio della sua carriera, Raikkonen non aveva minimamente idea che avrebbe un giorno guidato una F1, di cui dice: “Non avevo mai visto un GP fino al mio primo test con la Sauber! Certo, quando corri nel kart hai dei sogni, ma onestamente non pensavo neanche di poter lasciare il karting per passare alle monoposto, visto che non avevo soldi”. Ma poi, come tutti ben sappiamo, la sua carriera ha preso la via del Circus e dei successi: “Ho trovato delle persone molto in gamba che mi hanno supportato. Non avevo in generale grandi aspettative, sono andato a vedere ‘com’è questa F1’, senza pensare troppo. Ovviamente speravo di fare bene, ma senza stress: del tipo vediamo cosa succede”.
Il discorso si è poi spostato sulla stagione in corso, che, a detta di molti addetti ai lavori, è la migliore del finnico dal suo ritorno in Ferrari nel 2014: “Iniziamo col dire che in ogni stagione c’è una monoposto diversa, e le prestazioni dipendono molto da quanto performante è la vettura. Credo che in generale le cose siano andate meglio, il feeling con la monoposto è stato immediato, e collaboro con un buon gruppo di persone”. Ha voluto anche ricordare la sostituzione dell’ingegnere di pista, che sicuramente per un pilota rappresenta un cambiamento non indifferente: “È stato un peccato concludere la collaborazione con Dave Greenwood, con cui ho lavorato a lungo compresa la fase iniziale di questo Mondiale, ma ha lasciato delle basi solide su cui abbiamo proseguito riuscendo anche a fare dei passi avanti”. E, continuando a parlare del Campionato, ha affermato: “Ci sono stati dei weekend sfortunati, in cui purtroppo non è stato possibile concludere la gara, ma in generale siamo riusciti ad essere sempre nella lotta per le posizioni di vertice, e diciamo che è stato più divertente rispetto agli anni precedenti”.
Il confronto con Mercedes resta un metro di paragone importante per la squadra Rossa, e Kimi analizza con puntualità e chiarezza la situazione: “Per la maggior parte della stagione credo che siamo stati in grado di batterli, e complessivamente sempre molto, molto vicini. Ma quando i margini sono così ridotti, capita che in alcuni weekend ci possano essere delle piccole cose che risultino determinanti. Abbiamo visto nelle ultime gare che la nostra performance non è stata eccezionale, ma sono convinto che tutti nel team siano stati molto bravi, e non credo che manchi nulla in particolare per potercela giocare”. Cosa non ha funzionato allora?: “Bisogna mettere tutto insieme, cercando di evitare imprevisti e problemi, perché se in passato era normale che tutti nell’arco di una stagione mettessero in conto dei ritiri, oggi non è più così. Anni fa accadeva che non terminavi un Gran Premio e ti dicevi ‘si, ma succederà anche ai miei avversari’, mentre oggi non funziona più così. Ci sono piccole cose che possono comportare un ritiro, come un errore o un incidente, e questo ha un impatto enorme nell’economica di un campionato. Non credo che serva qualcosa di magico per batterli ma solo concentrarci sul nostro lavoro, su tutte le piccole cose, e restare concentrati su noi stessi.
Immancabile il paragone con la F1 del passato. Anche in questo caso, Raikkonen si rivela essere un anticonformista. Nelle sue parole, infatti, non troviamo la nostalgia del Circus di dieci anni fa che pervade le interviste di tanti suoi colleghi, tra cui Alonso ed Hamilton. “Sono convinto che la F1 non sia cambiata rispetto a venti anni fa, le cose che rendono una monoposto veloce sono le stesse, e non c’è bisogno di inventarsi nulla, solo lavorare e fare le cose nel modo giusto”. Rispetto al passato, una grande differenza è data dall’attenzione verso gli pneumatici: “Sappiamo che oggi la situazione non è come venti anni fa, perché abbiamo tutti le stesse gomme, e non essendoci concorrenza come ai tempi del confronto tra Bridgestone e Michelin, è chiaro che il livello di eccellenza non è lo stesso. Quando hai un confronto tecnico la qualità aumenta sempre. Anni fa i team chiedevano ai fornitori degli pneumatici che rispondessero alle loro esigenze specifiche, e venivano realizzati ad ‘hoc’ con costi ovviamente molto alti. Chi fornisce le gomme oggi non ha il problema di dover battere un avversario, quindi non credo che vengano spese le stesse energie, e sono certo che in generale la qualità non sia la stessa. Da parte nostra sappiamo che sono gomme uguali per tutti, e investiamo davvero molto tempo ed energie per cercare di tirare fuori il massimo da questi pneumatici. Ma personalmente non è un aspetto che mi piace, diciamo che ci dobbiamo convivere”.
Altro argomento trattato: il futuro. Che per Kimi Raikkonen si chiama Alfa Sauber, almeno per quanto riguarda la F1 per i prossimi due anni: “Non è che proprio volessi restare (e qui pare sia scoppiato a ridere…)! Voglio correre, questo sì, ma non mi esalta particolarmente l’idea di restare in Formula 1. Chiarisco: la gara sì, il resto no, quindi è stata una scelta un po’ complicata. Ho scelto di andare in Sauber per diversi motivi; innanzitutto perché sono convinto che abbiamo una buona squadra, che si possano fare delle belle cose insieme e in più sono anche vicino a dove vivo. La squadra è in una fase di grandi cambiamenti dopo anni difficili, magari all’inizio non sarà facile, ma è una sfida diversa, e potremmo sorprendere molta gente. E poi credo che sarà divertente: a metà classifica il confronto è più serrato, e spesso si vede bene in pista. In un certo senso c’è più lotta in quella zona dello schieramento”.
Infine, nell’intervista rilasciata a Chinchero, Raikkonen ha parlato anche dei suoi figli, e della difficoltà di essere spesso lontano da casa: “Adesso è un periodo in cui mio figlio è sempre attaccato alle mie gamba, e non è bello dirgli ‘papà torna a casa tra due settimane’, ed anche la bimba più piccola sta iniziando a capire sempre di più, credo che il prossimo anno sarà più cosciente”. E se da grandi volessero correre?: “Me lo ha appena chiesto! Non so come gli sia venuta in mente di guidare un kart. Me lo ha chiesto un mese fa, è saltato fuori con ‘Voglio provare un kart, andiamo a girare sui kart!’, e gli ho risposto: ‘okay, un giorno ci andremo’. Ma comunque se lui o mia figlia un giorno mi chiedessero questo, non sarei proprio contentissimo… magari sarebbe un hobby, ma in ogni caso è troppo presto”.
Alla fine , ha anche spiegato, con la solita sincerità, perchè non ha mai imparato l’italiano: “Sono qui per guidare una macchina da corsa!”. Una cosa è certa: per la F1 è una grande fortuna che un personaggio come Kimi Raikkonen abbia trovato un ingaggio per i prossimi due anni!
Fonte: http://feedproxy.google.com/~r/CircusFormula1/~3/kH19dFsLs_k/raikkonen-non-so-se-seb-abbia-fatto-davvero-tanti-errori.php
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